Se l’imbarco dell’ala rotante è avvenuto a metà degli anni Cinquanta e se poco più di vent’anni fa un Harrier effettuava il primo appontaggio su Nave Garibaldi, in realtà l’impiego del cielo per soddisfare le esigenze operative della Marina ha radici molto lontane e risale agli inizi dello scorso secolo, con l’utilizzo di palloni frenati, aeronavi (dirigibili) ed idroplani.
Il Tenente di Vascello Mario Calderara, fra il 1906 ed il 1907, costruì presso l’Arsenale Militare Marittimo della Spezia un “idroveleggiatore”, ossia un vero e proprio “idroaliante”, con il quale compì una serie di prove sperimentali facendosi rimorchiare dal cacciatorpediniere Lanciere per ottenere la necessaria velocità per librarsi in volo e quindi ammarare dopo aver sganciato il cavo di rimorchio. Il 31 ottobre 1909 il Tenente di Vascello Guido Scelsi collaudò il dirigibile N1 bis in volo sull’Arcipelago Toscano, compiendo il primo “raid” di 450 km senza scalo sul percorso Vigna di Valle –Napoli e ritorno, mentre il 10 maggio 1910 lo stesso Calderara conseguì, a livello nazionale, il primo brevetto di pilota di aeroplano.
Il 1911 vide l’esordio degli idrovolanti, con il Capitano del Genio Navale Alessandro Guidoni, che il 5 novembre volò con un biplano Fareman da lui trasformato in idrovolante, grazie all’applicazione di due galleggianti muniti di innovative alette idrodinamiche, e con Calderara, che realizzò presso l’Arsenale della Spezia il primo idrovolante nazionale (peraltro la più grande macchina volante dell’epoca) e che pilotò ufficialmente l’8 giugno 1912. Alla Marina erano finalmente spuntate le ali!
Il 1911 segna anche il battesimo del fuoco della neo costituita specialità in occasione del Conflitto italo-turco in Libia, durante il quale aerei e dirigibili, pilotati da personale dell’Esercito e della Marina, furono impiegati per dirigere il tiro dal mare e per attività di bombardamento leggero. In tale occasione l’aereo dimostrò da subito la sua valenza tattica e si affermò altresì una figura destinata a ricoprire un importantissimo ruolo nell’Aviazione di Marina: l’Osservatore Aereo.
Nel 1912 Guidoni propose la trasformazione della Regia Nave “Piemonte” in nave-hangar per idrovolanti, prevedendo la presenza sopra il tetto dell’hangar di una piattaforma inclinata, lunga circa 40 mt., da impiegare come pista di decollo. Il 26 febbraio del 1914 lo stesso Guidoni sperimentò il primo lancio al mondo di simulacro di siluro, impiegando un “idrosilurante” progettato dal marchese Raul Pateras-Pescara ma costruito a Venezia sotto la sua direzione.
Il 4 giugno 1914 furono completati i lavori di modifica dell’incrociatore protetto Elba (2.732 tonnellate) - precedentemente impiegato per il rimorchio di palloni frenati - che lo trasformarono nella prima nave appoggio idrovolanti. La lungimiranza del Capo di Stato Maggiore pro-tempore, Ammiraglio Paolo Thaon di Revel, che aveva ben compreso l’importanza bellica delle unità navali dotate di aeromobili, nonché la genialità ed intraprendenza di Guidoni, consentirono nel 1915 la realizzazione della nave appoggio idrovolanti Europa (6.375 tonnellate), che richiese solo 3 mesi per la sua progettazione e costruzione.
Altrettanto degne di nota sono le sperimentazioni effettuate nel 1913 per l’impiego dei nuovi idrovolanti Paulhan-Curtiss e Borel imbarcati su alcune navi, fra cui l’incrociatore corazzato San Marco e le corazzate Roma e Dante Alighieri.
Sotto il profilo organizzativo la Marina creò nell’aprile 1907, nella Sezione Trasporti del 3° Reparto del Ministero della Marina, un “Ufficio di Aeronautica”, avente il compito di occuparsi delle questioni aeronautiche e dei relativi studi. In relazione alla rapida evoluzione del settore, il 27 giugno del 1913 l’Ammiraglio Thaon di Revel costituì, presso il Reparto Mobilitazione dello Stato Maggiore, la 3^ Sezione – Aeronautica, che assorbì le funzioni del suddetto ufficio, e istituì il “Servizio Aeronautico della Regia Marina”. Il 25 agosto dello stesso anno venne istituita la “Regia Scuola di Aviazione della Marina”, per l’addestramento del personale Pilota e Specialista. Nello stesso anno avvenne anche la divisione fra la componente aerea dell’Esercito e quella della Marina e con il Regio Decreto del 12 ottobre 1913 n° 1229 venne istituito il “Quadro del Naviglio Aereo”, in base al quale fu determinato che le aeronavi al servizio della Regia Marina fossero assegnate in uno speciale elenco, equiparandole alle navi iscritte nel quadro del naviglio di guerra dello Stato.
Di qui le ragioni per cui il 1913 è stato pertanto preso a rifermento quale anno di nascita dell’Aviazione Navale.
Nel 1914 la Regia Marina possedeva due stazioni di idrovolanti: una a Venezia e l’altra a La Spezia, con 14 apparecchi tipo Borel, Brèguet, Curtiss, Albatros, Farman e Guidoni (alcuni dei quali imbarcati su navi). Esistevano anche tre aeroscali per dirigibili a Ferrara, Jesi e Pontedera, mentre nell’imminenza del conflitto furono istituite stazioni di idrovolanti a porto Corsini, Pesaro e Brindisi. La Stazione di La Spezia fu soppressa e i suoi idrovolanti furono dislocati a Venezia. Nel febbraio 1915 la Scuola di Aviazione di Marina a Venezia fu chiusa e contemporaneamente ne fu aperta una a Taranto, mentre nel novembre 1915 divenne operativa la nuova Stazione Idrovolanti di Taranto.