Costituiva una classe, di 4 unità, assieme ai gemelli Cagni, Millo e Caracciolo. I sommergibili di questa classe furono le unità subacquee, per impiego offensivo, di maggior dislocamento costruite per la Marina Italiana. Il progetto, elaborato dai cantieri di costruzione, riprendeva il tipo di scafo " Bernardis " con doppi fondi centrali resistenti e controcarene esterne. Su queste unità fu quasi raddoppiato il numero dei tubi di lancio ritornando all'adozione dei siluri da 450 mm. ritenuti sufficienti contro bersagli poco o nulla protetti come le navi mercantili; la dotazione completa dei siluri (38 armi) rappresenta tuttora un primato per tutte le Marine, oltre alla possibilità di movimentare le armi da prora a poppa e viceversa. L'autonomia in sovraccarico di questi sommergibili era prevista in 19.500 miglia a circa sette nodi con il motore ausiliario; per quanto tale velocità di progetto non sia stata raggiunta in esercizio (non si superarono i 5,7 nodi), la autonomia risultò comunque molto elevata; sulla diminuzione della velocità di progetto influirono notevolmente le condizioni medie del mare dato che il sommergibile in sovraccarico aveva, alla partenza, solo il 3,87 di riserva di spinta. Per quanto l'esperienza oceanica di questi sommergibili sia stata vissuta solo dal Cagni, i risultati ottenuti da questa unità permettono di affermare che il tipo rappresentò un deciso miglioramento nel settore delle unità subacquee per l'impiego oceanico contro il traffico isolato. La torretta del Cagni fu modificata già in sede di costruzione prima della consegna definitiva alla Marina; in dipendenza delle missioni di trasporto merci cui parteciparono tutte le nostre unità subacquee, furono anche eseguiti piccoli lavori per rendere atte queste unità all'imbarco di carburanti liquidi e materiali vari.
I quattro battelli " Ammiragli " furono consegnati alla Marina quando il conflitto era da tempo iniziato e vennero organicamente assegnati al Gruppo Sommergibili di Napoli, sede in cui però non risiedettero mai stabilmente. Trattandosi di prototipi, le prove ed i collaudi successivi alla consegna, nonostante l'urgente necessità di impiego, richiesero parecchi mesi anche perché dopo le consegne si resero necessarie alcune modifiche fra le quali quella della torretta. Tutti questi sommergibili, anziché essere inviati ad operare contro il traffico oceanico, furono subito impiegati per trasporti di benzina e materiali urgentemente necessari nell'Africa Settentrionale data la difficile situazione di quel teatro operativo: la base d'imbarco fu Taranto; i porti di destinazione cambiarono con l'evolvere della situazione in Libia.
Al comando del capitano di corvetta Gustavo Miniero, il Saint Bon effettuò la sua prima missione di guerra con un trasporto di 153 t di benzina in lattine a Bardia. Salpato da Taranto il 10 ottobre 1941, nella notte del 12, a 100 miglia da Bardia ed in navigazione in superficie, subì un attacco aereo che non ebbe conseguenze per la pronta reazione delle armi di bordo che probabilmente colpirono l'aereo attaccante, costringendolo ad allontanarsi. L'azione si ripeté il giorno 14, sulla rotta di rientro 75 miglia a nordovest di Creta; evitata la bomba sganciata dall'aereo, il battelo rientrò alla base il giorno 15. Dal 16 al 22 novembre e dal 27 novembre al 2 dicembre 1941, eseguì altre due missioni di trasporto materiali a Bardia e a Derna. Il 4 gennaio 1942 il Saint Bon lasciò Taranto con un carico di 140 t di benzina in lattine, 12 t di motorina e 3,4 t di munizionamento, per complessive 155,4 t da trasportare a Tripoli. Il mattino del giorno 5, alle ore 05.42, giunto all'altezza di Punta Milazzo, fu silurato dal sommergibile britannico Upholder. Colpito da un siluro al centro dritta, la cui esplosione determinò l'incendio della benzina trasportata, affondò rapidamente con quasi tutto l'equipaggio. Furono infatti tratti in salvo dal battello britannico solo tre uomini. La breve attivita bellica del sommergibile fu di cinque missioni offensive, cinque operative di trasferimento tra porti nazionali e cinque di trasporto materiali, per un totale trasportato di 712,2 t di cui 695,5 t di benzina in lattine e 16,7 t di munizionamento. |