Sommergibili Tascabili e Mezzi d'assalto
Classe CA

CA 1




Cantiere: Caproni, Taliedo - Milano
Impostazione:
Varo:
In servizio: 15.04.1938
Radiazione:
Dislocamento: in superficie: 13,5 t (dopo la modifica 12 t)
in immersione: 16,4 t (dopo la modifica) 14 t)
Dimensioni: Lunghezza: 10,00 m
Larghezza: 1,96 m
Immersione: 1,60 m
Apparato motore:

di superficie:
1 motore a Diesel MAN (nessun motore termico dopo la modifica)
Potenza 60 cv (44,2 kW)
subacqueo:
1 motore elettrico di propulsione Marelli
Potenza 25 cv (18,4 kW) - (Potenza 21 kW dopo la modifica)
1 elica a tre pale

Velocità:

max in superficie 13 nodi 
max in immersione 6,2 nodi

Autonomia: in superficie 700 miglia a 4 nodi
in immersione 57 miglia a 3 nodi (dopo la modifica 70 miglia a 2 nodi)
Armamento: 2 ls a gabbia in chiglia da 450 mm, 2 siluri da 450 mm
(dopo la modifica 8 cariche in chiglia da 100 kg. )
Profondità di sicurezza: 55 m
Equipaggio: 1 ufficiale, 1 sottufficiale (dopo la modifica 1 ufficiale e 2 sottufficiali)

Queste unità non furono iscritte nei Quadri del Naviglio dello Stato sia perché sperimentali, sia per le loro piccole dimensioni ma, soprattutto, per motivi di segretezza che fu rigorosamente mantenuta dopo la trasformazione per l'impiego in mezzi d'assalto.

Costituiva una classe, di 4 unità, costruite in 2 serie successivi, la 1^ serie costituita dai battelli CA 1 e CA 2, e la 2^ serie dai battelli CA 3 e CA 4.
La ditta Caproni di Milano - Taliedo, nel 1937 elaborò un progetto di sottomarino di piccolissimo dislocamento che suscitò l'interesse della Regia Marina. Si trattava di un battello con scafo resistente con sezioni ad otto e calotte semi-sferiche estreme, doppi fondi non resistenti esterni, lanciasiluri a gabbia esterni applicati sotto le borse dei doppi fondi. La parte inferiore dello scafo resistente era esclusivamente destinata agli accumulatori i quali venivano a trovarsi praticamente in un'appendice esterna al battello, quasi un altro doppio fondo.
La Regia Marina commissionò due prototipi di tali unità che furono consegnate nell'aprile del 1938 e quindi sottoposte ad una lunga serie di prove, prima a Venezia e poi a La Spezia dove i due battelli giunsero per ferrovia ai primi di febbraio del 1939.
Le prove effettuate a Venezia non misero in evidenza deficienze tecniche di particolare importanza; venne però subito rilevato che i piccoli battelli tenevano mediocremente il mare e non riuscivano a mantenere la quota periscopica (periscopio fisso da m. 2,50) con mare forza tre; in tali condizioni di mare anche i movimenti di rollio e di beccheggio rendevano la vita a bordo intollerabile dopo poco tempo.
Ulteriori prove effettuate a La Spezia confermarono le deficienze emerse a Venezia, anche con il nuovo periscopio di m. 4,50, e misero in particolare evidenza deficienze non facilmente eliminabili nelle sistemazioni per il lancio. Dopo numerosi tentativi di modifica ai lanciasiluri, che non portarono a risultati soddisfacenti, le due unità vennero messe a secco (autunno 1939) riconoscendo in tal modo la loro insoddisfacente riuscita.
Dopo lo scoppio della seconda guerra mondiale i risultati conseguiti dai mezzi speciali di vario genere, indussero l'Alto comando della Marina ad esaminare la possibilità d'impiegare i e " CA " non più come unità siluranti per la difesa foranea, ma — opportunamente modificati — quali mezzi speciali offensivi, vettori di " uomini rana".
All'inizio del 1941 le due unità furono pertanto inviate di nuovo presso il cantiere della ditta Caproni di Montecollino (Lago d'iseo) per essere modificate secondo le indicazioni della R. Marina. Le principali modifiche consistettero nella eliminazione del motore termico per la navigazione in superficie, che venne sostituito da un motore elettrico di notevole potenza, unico mezzo di propulsione del battello sia in superficie sia in immersione; nello sbarco del periscopio, dei siluri e delle sistemazioni per il lancio: ed infine nella sistemazione di un portello in chiglia per la fuoriuscita dell'uomo rana. Al posto del periscopio fu sistemato un abitacolo con cupola a vetri; i siluri e i lanciasiluri furono invece sostituiti da speciali sistemazioni per otto cariche da 100 Kg. ubicate nella stessa posizione dei lanciasiluri.
Il CA 2 fu pronto dai lavori di modifica nel novembre 1941 ed il CA 1 lo seguì nel febbraio 1942; la lunga serie di prove effettuate sul Lago d'Iseo mise in evidenza tutta la delicatezza di queste piccole unità e furono necessari continui lavori per la messa a punto delle varie apparecchiature prima che fossero raggiunti risultati discretamente soddisfacenti.
La R. Marina, dopo essersi resa conto che, messi bene a punto, sarebbe stato possibile impiegare i "CA" con buone probabilità di conseguire concreti risultati, nella primavera del 1942 ordinò altri due battelli alla Caproni, battelli che, tenendo conto dei difetti della prima serie, furono costruiti su piani leggermente diversi per quanto riguardava sia le dimensioni dello scafo, sia la sistemazione dei doppi fondi esterni che, nella nuova versione, conferirono allo scafo esterno forme più razionali ed avviate. La principale modifica relativa all'armamento fu quella di portare in alto i contenitori delle otto cariche per rendere più agevole il loro maneggio: un'ulteriore innovazione consistette nella sistemazione dei timoni orizzontali prodieri, non esistenti nella prima serie, e la cui mancanza rappresentava una delle deficienze più marcate dei due battelli della prima serie. Le sistemazioni interne e quelle per la fuoriuscita del sommozzatore rimasero praticamente uguali a quelle della prima serie.

L'attività del CA 1 e CA 2, come battelli siluranti, fu limitata alle prove di cui già descritto sopra; le uscite per prove furono anche sfruttate per allenamento dei comandanti e dei secondi uomini destinati ad equipaggiare battelli similari qualora l'esito delle prove avesse consigliato la riproduzione di tale tipo di unità.
Dopo i poco confortanti risultati delle prove effettuate a Venezia ed a La Spezia, il lungo periodo d'inattività dei due battelli dopo la loro conversione in " mezzi speciali " ed il lunghissimo periodo di prove effettuate sul lago d'Iseo nel corso del 1941, CA 1 e CA 2 furono pronti per l'impiego.
Poiché in Mediterraneo esistevano già in relativa abbondanza altri mezzi speciali si pensò d'impiegare i " CA " per azioni contro i porti atlantici degli Stati Uniti nei pressi dei quali avrebbero dovuto essere trasportati con un sommergibile atlantico appositamente adattato allo scopo.
Così, nel luglio 1942 il CA 2 fu inviato a Bordeaux dove il da Vinci, designato quale sommergibile « avvicinatore », fu adattato per accogliere il minisommergibile in coperta a proravia della torretta.
Nel settembre furono effettuate alcune prove di distacco e di ricupero del CA 2 dal da Vinci, prima con qualche difficoltà, poi con esito soddisfacente dopo aver portato le cariche in alto come fu poi fatto, già in sede di costruzione, per le due unità della seconda serie.
La progettata missione da Vinci - CA 2 non venne però realizzata per necessità d'impiego del sommergibile "avvicinatore" in missioni di guerra al traffico.
Il CA 2 rimase così inutilizzato a Bordeaux fino all'evacuazione della Francia da parte delle truppe tedesche; fu poi demolito dopo la fine del conflitto.
Il CA 1 e le due unità della seconda serie, CA 3 e CA 4, ebbero un'attività limitata esclusivamente alle prove di collaudo e di accettazione.
All'armistizio del settembre 1943 queste tre unità si trovavano a La Spezia presso la sede della " Decima MAS " e furono autoaffondate. Ricuperate in un tempo successivo vennero rimesse in efficienza ma tenute in secco; una di esse fu prelevata dalla Marina Germanica a scopo di studio per la progettazione dei sommergibili tascabili " XXVII B" (Seehund).