Sommergibili Tascabili e Mezzi d'assalto
Classe CB

CB 1




Cantiere: Caproni, Taliedo - Milano
Impostazione:
Varo:
Completato: 27.01.1941
Disarmato:
Radiazione: 27.02.1947
Dislocamento: in superficie: 36 t
in immersione: 45 t
Dimensioni: Lunghezza: 15,00 m
Larghezza: 3,00 m
Immersione: 2,10 m
Apparato motore:

di superficie:
1 motore Diesel Isotta Fraschini
Potenza 90 hp (66,2 kW)
subacqueo:
1 motore elettrico di propulsione Brown Boveri
Potenza 100 hp (73,6 kW)
1 elica a quattro pale

Velocità: max in superficie 7,5 nodi
max in immersione 7 nodi
Autonomia:

in superficie: 450 miglia a 7,5 nodi - 1.400 miglia a 5 nodi
in immersione: 7 miglia a 7 nodi - 50 miglia a 3 nodi

Armamento: 2 tls esterni da 450 mm, 2 siluri da 450 mm
Profondità di sicurezza: 55 m
Equipaggio: 1 ufficiale, 3 fra sottufficiali e marinai

Costituiva una classe, di 22 unità, di cui solo 12 entrarono a far parte della Regia Marina mentre le ulteriori 10 unità vennero completate dalla Marina della Repubblica Sociale. I battelli oltre all'unità capoclasse erano contraddistinte dai seguenti nominativi: CB 2, CB 3, CB 4, CB 5, CB 6, CB 7, CB 8, CB 9, CB 10, CB 11, CB 12, CB 13, CB 14, CB 15, CB 16, CB 17, CB 18, CB 19, CB 20, CB 21 e CB 22.

Questi battelli, a similitudine degli " A " e dei " B " della prima guerra mondiale furono appositamente progettati per essere impiegati per la difesa ravvicinata e, segnatamente, per la caccia ai sommergibili avversari in agguato presso i maggiori porti metropolitani.
Il loro scafo, progettato dal magg. g.n. Spinelli riprendeva nelle sue linee caratteristiche il tipo " Cavallini " con doppi fondi laterali non resistenti, interessanti circa i due terzi dello scafo. Per ottenere maggiore semplicità di costruzione i lanciasiluri furono sistemati esternamente allo scafo; essendo però i tubi non stagni, durante l'esercizio in guerra parecchi lanci fallirono a causa delle prolungate permanenze in acqua dei siluri.
Nonostante il loro limitato dislocamento questi battelli dimostrarono di avere buone qualità nautiche e le prime esperienze di esercizio furono decisamente superiori alle aspettative. Tali positivi risultati della prima serie di " CB " portarono alla pianificazione di 72 unità (12 squadriglie su sei battelli) che la ditta Caproni, all'inizio del 1943, s'impegnò di costruire con il ritmo di 6-7 al mese.
Il programma non fu completato a causa degli eventi bellici del settembre 1943 ed anche perché, già nell'agosto di detto anno, la necessità di maestranze in altri settori delle costruzioni navali aveva consigliato di soprassedere alla costruzione di 20 unità su 50 che erano già state ordinate (40 alla Caproni, 10 all'AVIS di Castellammare di Stabia).
In totale furono costruiti 22 battelli del tipo " CB "; 12 di essi entrarono regolarmente in servizio nella Regia Marina prima dell'armistizio e gli altri 10 (su alcuni testi il dato riportato è di 14 unità) che in tale epoca si trovavano in costruzione, furono in seguito completati dalla Marina della Repubblica Sociale.

Data l'estensione delle coste italiane e la variabilità delle zone ove l'offesa avversaria poteva manifestarsi, le basi di questi battelli dovevano rispondere al requisito della massima mobilità.
Per ogni gruppo di 6 " CB " organicamente riuniti in squadriglia, venne pertanto costituito un parco logistico autocarrato capace di dare alle unità buona autonomia logistica e discreta assistenza tecnica per manutenzioni e lavori.
La 1^ Squadriglia fu composta dai primi sei "CB" (CB 1 ÷ CB 6). Nel settembre 1941, in considerazione dell'aumentata attività subacquea nemica lungo tutte le coste nazionali, specie nelle immediate vicinanze dei porti e dei passaggi obbligati, la Squadriglia fu trasferita a Salerno, con compiti di ricerca antisom, prevalentemente notturna, nel Golfo di Salerno ed in quello di Napoli.
Nel settembre i "CB" operarono in 9 missioni, singolarmente o a coppie. In particolare, il CB 4 effettuò una missione di ricerca, dall'8 al 10 settembre, negli approcci a sud del Golfo di Salerno; il CB 1 ed il CB 4, una missione, dal 20 al 21, nelle stesse acque; il CB 2 una missione, dal 15 al 16, nel Golfo di Napoli: il CB 5 una missione, dal 24 al 25, nelle acque ad ovest di Ischia, il CB 6 ed il CB 2 una missione nel Golfo di Napoli rispettivamente dal 25 al 26 e dal 26 al 27 settembre 1941. Il CB 3 ed il CB 5 compirono una missione dal 29 al 30, nelle acque a sud di Capri.
Il pattugliamento proseguì intenso anche nel mese di ottobre. I sei sommergibili svolsero infatti 17 missioni, singolarmente o a coppie, nelle acque di accesso al Golfo di Napoli e a quello di Salerno. Nel mese di novembre svolsero 3 missioni e 5 in dicembre.
Per le esigenze connesse con le operazioni in Mar Nero le sei unita rientrarono alla Spezia da dove partirono il 15 aprile 1942, via treno: giunsero a Costanza, in Romania, il 2 maggio. Il 1° giugno, non appena arrivò a Yalta il combustibile per il rifornimento, tre battelli si trasferirono in questa nuova base ove giunsero il giorno 5 giugno. Tali battelli, cioè il CB 1 (tenente di vascello Enrico Lesen d'Aston - Capo Squadriglia), il CB 2 (sottotenente di vascello Attilio Russo) e il CB 3 (tenente di vascello Giovanni Sorrentino), si predisposero per l'attività operativa. Il 9 giugno anche il CB 4 (tenente di vascello Enrico Suriano), il CB 5 (sottotenente di vascello Alberto Farolfi) e il CB 6 (sottotenente di vascello Francesco Gallinaro) salparono da Costanza e si portarono a Yalta, ove giunsero il giorno 11. Il 13, durante una incursione aerea nemica sul porto coordinata con un attacco dal mare di alcune motosiluranti, il CB 5, colpito da un siluro, affondò, senza perdite nell'equipaggio.
Il 14 giugno il CB 3 (Sorrentino) in agguato nelle acque a sud di Sebastopoli, lanciò una coppiola di siluri contro un incrociatore sovietico della classe "Voroscilov". I siluri affondarono subito dopo il lancio. Il giorno successivo, sempre in agguato nella zona a sud di Sebastopoli, alle ore 12.26 silurò ed affondò il sommergibile sovietico SC 208. (altre fonti indicano S 32)
Il giorno 18, in agguato nella zona a sud di Capo Saric, il CB 2, al comando del sottotenente di vascello Russo, affondò il sommergibile sovietico SC 214 (altre fonti indicano SC 206). Fatto segno a violenta reazione da parte di due imbarcazioni cariche di militari sovietici, l'unità si allontanò dalla zona in immersione.
Dopo la caduta di Sebastopoli il traffico nelle acque della Crimea venne quasi totalmente a mancare e l'impiego dei " CB " in acque più lontane dalle basi portò ad un rapido logoramento del materiale con conseguenti avarie e necessità di lavori che potevano essere eseguiti solo a Costanza. Così l'attività dei battelli si ridusse sensibilmente e l'unico risultato conseguito prima dell'armistizio del settembre 1943 fu l'affondamento di un terzo sommergibile russo di medio dislocamento da parte del CB 4 il 26 agosto 1943 nelle acque a ponente della Crimea (da altre fonti non confermato).
Dati gli scarsi risultati conseguiti dai " CB " in Mar Nero, la Marina italiana offrì a quella germanica la cessione di tali battelli per ricuperare preziosi elementi per armare i sommergibili di nuova costruzione: le trattative non sortirono però alcun risultato e dopo l'armistizio del settembre 1943 i 5 " CB " furono incorporati nella Marina rumena nella quale non disimpegnarono attività alcuna. Le unità, molto probabilmente, furono autodistrutte all'armistizio tedesco-rumeno nell'agosto del 1944.
La 2^ Squadriglia CB (CB 7 - CB 12) fu costituita nell'agosto 1943 e venne dislocata a Taranto con compiti difensivi-esplorativi nel golfo omonimo; dopo l'armistizio gli Alleati progettarono di utilizzare tali battelli per azioni di guastatori contro i porti italiani controllati dai Tedeschi, ma desistettero da tale idea soprattutto a causa della scarsa velocità di resistenza dei " CB " e della conseguente necessità di rimorchiarli nelle vicinanze di tali porti.
Le unità furono pertanto impiegate prevalentemente nel golfo di Taranto per esercitazioni anti-sommergibili e scuola comandanti ed equipaggi; il CB 8 ed il CB 10, nell'estate del 1944, furono per un certo tempo dislocati a Malta con compito di difesa ravvicinata.
Dopo la fine del conflitto tutte le unità della seconda squadriglia furono messe a terra e successivamente demolite per recupero di macchinari e materiali pregiati.
Circa le missioni effettuate dai 10 (o 14) CB rimasti nella Repubblica Sociale di Salò non si hanno che scarse notizie; tali comunque da non consentire di precisare quale fu la loro attività. Certamente si trattò di attività limitata ad azioni di guastatori e sbarco di informatori lungo le coste italiane controllate dagli Alleati.