Sezione Sommergibili oceanici
Classe Marcello
Marcello (2°)




Cantiere: C.R.D.A. Monfalcone, (Trieste)
Impostazione: 04.01.1937
Varo: 20.11.1937
In servizio: 05.03.1938
Affondato: ??.??.1941
Radiazione: 18.10.1946
Dislocamento: in superficie: 1059,00 t
in immersione: 1.312,00 t
Dimensioni: Lunghezza: 73,00 m
Larghezza: 7,20 m
Immersione: 5,09 m
Apparato motore:

di superficie 2 motori Diesel C.R.D.A.
 Potenza 3.200 cv (2.355 kW)
subacqueo 2 motori elettrici di propulsione C.R.D.A.
Potenza 1.100 cv (809,6 kW)
2 eliche

Velocità: max in superficie: 17,0 nodi
max in immersione: 8 nodi
Autonomia: in superficie 2.825 miglia a 17 nodi (in sovraccarico) - 9.670 miglia a 8 nodi (in sovraccarico)
in immersione 8 miglia a 8 nodi - 110 miglia a 3 nodi
Armamento: 4 tls AV da 533 mm
4 tls AD da 533 mm
12 siluri da 533 mm (6 a prora e 6 a poppa)
2 cannoni da 100/47 mm, 300 proiettili
2 mitragliere singole da 13,2 mm, 3.000 proiettili
Profondità di sicurezza: 100 m
Equipaggio: 7 ufficiali, 50 tra sottufficiali e marinai

Costituiva una classe, di 11 unità, assieme ai gemelli Dandolo, Veniero, Provana, Mocenigo, Nani, Barbarigo, Emo, Morosini, Comandante Cappellini e Comandante Faà' di Bruno. Questa classe fu una riproduzione in serie della classe " Glauco " (2°); oltre ad un lieve potenziamento dell'armamento di mitragliere e ad una differente sagoma della torretta, i " Marcello " ebbero, nella maggior parte, motori CRDA che dettero migliori prestazioni dei FIAT.
Tutte le unità della classe, nel corso del secondo conflitto mondiale, eseguirono in modo vario la modifica della torretta ma sempre con la tendenza, per quanto possibile, a diminuirne il volume ed abbassare le difense dei periscopi allo scopo di render la sovrastruttura dello scafo meno visibile.
Le prestazioni di questi battelli furono veramente ottime e confermarono le aspettative che la buona riuscita della classe " Glauco " aveva lasciato sperare; nella guerra al traffico convogliato in Oceano furono certamente i battelli italiani che meglio risposero alle esigenze di quel tipo d'impiego, pur non arrivando ad eguagliare i tipi " VII " tedeschi che furono appositamente progettati per l'attacco ai convogli. Con accorgimenti di vario genere la dotazione di combustibile venne aumentata, senza compromettere la stabilità e le qualità nautiche.
Dal marzo al maggio 1943 il Cappellini ed il Barbarigo eseguirono importanti lavori di adattamento per essere adibiti a trasporto di materiali pregiati per e da l'Estremo Oriente.
Le undici unità furono poste alle dipendenze del Secondo Gruppo sommergibili (Napoli) ripartite nella 21^ e 22^ Squadriglia alle quali, nel 1939, si aggiunse la 23^ formata con le unità di più recente costruzione.
In dipendenza del rapido aggravarsi della situazione mondiale e dell'avvenuto inizio delle ostilità in Europa, queste unità non effettuarono crociere addestrative ma eseguirono intenso allenamento singolo ed esercitazioni a ritmo serrato.
Nel 1941 tutti i battelli dotati di motori FIAT vennero riuniti nella 12^ Squadriglia (La Spezia); alle tre squadriglie di Napoli, prima citate, cominciarono ad affluire, in sostituzione di essi, i sommergibili classe " Marconi " man mano che vennero consegnati alla R. Marina.
Alla dichiarazione di guerra da parte dell'Italia, la classe " Marcello " costituiva certamente nel suo insieme il gruppo più omogeneo ed efficiente di unita subacquee atte all'impiego incondizionato.
In un primo tempo questi sommergibili furono impiegati in Mediterraneo per agguati in zone delimitate nelle acque dei maggiori porti del nemico e lungo le principali vie di comunicazione degli avversari.
In previsione dell'imminente entrata in guerra, il 5 giugno 1940 l'unità, al comando del capitano di corvetta Luigi Donini, prese il mare per portarsi in agguato offensivo nel tratto di mare prospiciente Capo Palos, ma fu costretta al rientro per una perdita di cloruro di metile dall'impianto di condizionamento, che aveva intossicato gran parte dell'equipaggio. Dopo le riparazioni l'unità riprese il mare. Fino all'ottobre 1940, effettuò tre missioni offensive in Mediterraneo, senza conseguire risultati di rilievo.
Il 31 ottobre 1940 il Marcello , al comando del capitano di corvetta Carlo Alberto Teppati, salpò da Napoli e il 5 novembre attraversò lo Stretto di Gibilterra senza inconvenienti. Postosi in agguato al largo dell'Irlanda, il 17 gennaio 1941 avvistò un convoglio e si portò all'attacco; individuato dalla scorta avversaria, fu sottoposto ad un intenso bombardamento con lancio di numerose bombe la cui esplosione provocò una lesione alla cassa di assetto AV.
Costretto ad interrompere la missione, nella navigazione di rientro attaccò con il cannone ed affondò il piroscafo belgaPortugal da 1.550 tsl (20 gennaio 1941). Durante l'azione, un'ondata di eccezionale violenza trascinò in mare quattro inservienti del cannone, tre dei quali vennero tratti in salvo.
Rientrato a Bordeaux, il Marcello salpò il 6 febbraio 1941 per una nuova missione, ma non diede più notizie. Presumibilmente l'unita fu affondata, in data compresa tra il 7 febbraio ed il 6 aprile 1941 dal cacciatorpediniere britannico Montgomery o da un aereo "Sunderland" della RAF. Non vi furono superstiti fra i 55 uomini d'equipaggio.