Il cappellano militare nasce per provvedere alle necessità spirituali dei fedeli di professione militare già dai tempi di Costantino. La presenza dei cappellani militari veniva contemplata dal Concordato Lateranense del 1929 e successive leggi del 1936 e del 1961 che stabilivano lo stato giuridico del personale militare delle Forze Armate e ne delineavano meglio i compiti.

In sostanza, il cappellano militare nasce per sopperire alle particolari necessità dei fedeli di professione militare e alle difficoltà pratiche che ostacolavano la cura delle anime da parte dei parroci territoriali. Durante la prima guerra mondiale, il contributo dei cappellani si orientò verso i feriti, il conforto dei moribondi, l‘assistenza alle truppe, alle popolazioni civili e ai prigionieri.

Sebbene il Codice di Diritto Canonico del 1917 contemplasse la presenza dei cappellani militari, il servizio d‘assistenza spirituale venne di nuovo soppresso, ad eccezione di quello svolto per la raccolta delle salme dei caduti e per la sistemazione dei cimiteri di guerra. Rimasero in servizio alcuni cappellani per la Marina, grazie ai quali continuò a sussistere l‘istituzione, sino alla costituzione dell‘Ordinariato Militare, con la legge dell‘11 marzo 1926.

Il Concordato Lateranense nel 1929 e la successiva la legge n.77 del 16 gennaio 1936 ribadirono il riconoscimento e si delinearono meglio i compiti dei cappellani, chiamati ad assicurare il servizio dell‘assistenza spirituale presso le Forze armate; venne inoltre disposta l‘assimilazione dei cappellani alle gerarchie militari.

Una nuova legge del 1961 sanciva che: “Il servizio dell’assistenza spirituale alle Forze armate stesse è disimpegnato da sacerdoti cattolici in qualità di cappellani militari”. Nel 1984 il nuovo Concordato tra la Santa Sede e l’Italia ribadiva la presenza dei cappellani presso le Forze armate.