Venerdì - Una nuova epidemia di colera comincia a interessare l’Italia portata dai lavoratori stagionali in Francia e che funesterà il Paese fin quasi alla fine del 1887 malgrado le misure profilattiche e le cure messe subito in atto. Il primo caso, mortale, sarà registrato a Saluzzo il 28 e poi l’epidemia dilagherà lentamente interessando tutte le regioni: in agosto la Liguria (i casi più gravi a Genova, Spezia – 1287 casi con 610 decessi - e Carrara) e la Toscana (Porto Santo Stefano), quindi le regioni centrali e la Campania (Napoli con 15.927 casi con mortalità del 50%) con circa 30.000 morti, la Calabria, la Sardegna e la Sicilia. Il governo interviene subito mobilitando anche le Forze Armate predisponendo cordoni sanitari alle frontiere e intorno alle località maggiormente colpite, lazzaretti e ospedali per il ricovero dei contagiati e crociere di vigilanza sanitaria in mare.

La Marina partecipa al servizio di vigilanza sanitaria con l’impiego di ben 18 unità, generalmente messe a disposizione dei prefetti locali e dislocate in tempi diversi a Spezia (un trasporto, una cannoniera e tre torpediniere costiere), a Porto Santo Stefano – stazione di quarantena - (un trasporto, un avviso e una fregata, Garibaldi, adibita a ospedale galleggiante), a Gaeta – altra stazione di quarantena- (un avviso e un trasporto adibito a ospedale galleggiante), a Napoli (una cisterna d’acqua), a Catania (una goletta), a Trapani (una goletta), a Palermo (un avviso), a Cagliari (una corazzata, Castelfidardo, una goletta e un trasporto) e a La Maddalena (una goletta).