Mercoledì - Ad Ancona dopo la morte avvenuta lo scorso 8 di tre giovani dimostranti di partiti di sinistra nel corso di scontri con la polizia, è dichiarato la sciopero generale esteso a tutto il Paese e che porta ad uno stato insurrezionale da far dichiarare al governo lo stato di assedio della città che durerà fino al giorno 14 con violenti e sanguinosi scontri di piazza. Il periodo, noto come la “settimana rossa di Ancona”, coinvolge anche le Forze Armate chiamate a concorrere con le forze di Polizia all’ordine pubblico.

La Marina interviene:

  • ad Ancona, con le unità della 4a Divisione Navale (incrociatori corazzati Pisa, San Giorgio, esploratore Agordat, cacciatorpediniere Artigliere, Bersagliere, Garibaldino) – 2a Squadra – al comando del contrammiraglio Umberto Cagni. Gli incrociatori mettono a terra due compagnie per complessivi 500 marinai (numero massimo -250 ciascun incrociatore- consentito dalla dotazione di fucili delle armerie di bordo) impiegati nella guardia a edifici pubblici e nel pattugliamento delle strade cittadine. L’Agordat svolge il compito della gestione dei servizi e del traffico locale mentre le siluranti effettuano la spola con Falconara, Senigallia, Porto Corsini, Pesaro e Rimini per assicurare le comunicazioni, proteggere le stazioni semaforiche e trasferire reparti dell’Esercito;
  • a Genova, con la nave da battaglia Regina Elena e altre unità cui si aggiungerà l’incrociatore Libia;
  • a Livorno (è affondato per sospetto sabotaggio il rimorchiatore Porto d’Anzio del servizio fari), le torpediniere costiere 33 PN e 36 PN;
  • a Civitavecchia, con il cacciatorpediniere Impetuoso;
  • a Napoli, con le navi da battaglia Dante Alighieri e Regina Margherita;
  • a Pozzuoli, con l’esploratore Quarto;
  • a Venezia, con l’incrociatore corazzato Giuseppe Garibaldi e altre unità minori. Sono resi disponibili 500 marinai impiegati anche nell’esercizio dei vaporetti del trasporto pubblico. Un marinaio sarà ferito da una sassata dei dimostranti.