Bollettini di guerra - Azioni navali nell'ottobre 1915
24 ottobre
« Alle ore 7,30 le batterie, Zezi, Mongiardini e- Buraggi iniziarono il fuoco rispettivamente contro Medeazza, quota 92, Flondar, e ciò per sostenere l'avanzata delle truppe del XIV Corpo d'Armata.
« Il tiro da principio lento s'intensifica man mano sino alle, ore 9,30 per richiesta del Comando Brigata Cremona.
« Rispondono con crescente, violenza le batterie Medeazza Est ed Ovest , Flondar, quota 92 e Duino Est ed Ovest.
« Alle ore 9,30 il pontone 4 di Mongiardini è colpito da una granata poco sopra la linea d’acqua: sono feriti il Sottotenente di Vascello Mengoni Guido, il cannoniere scelto Ogno Sante., matr. 49160., e 2 marinai, questi ultimi leggermente.
« A fine di non rallentare il fuoco, la, batteria Gazzola sostituisce la Mongiardini contro la quota 92.
« Un colpo caduto ,dietro un pezzo della batteria Zezi danneggia lievemente il pezzo, e ferisce leggermente un cannoniere; la batteria continua il suo fuoco intenso.
« Per il nostro fuoco intensivo e centrato, le batterie avversarie, sono parzialmente ridotte al silenzio. Solo verso le ore 11 la batteria di Duino Ovest riapre il fuoco; Buraggi la controbatte con i pezzi disponibili. Alle ore 11,10 un colpo aggiustato di questa batteria determina lo scoppio di un deposito di munizioni di Duino ovest, e un fortissimo incendio che si propaga su tutta la zona della. batteria nemica. Sino .alle ore 14 si hanno scoppi e proiezioni di casse da munizioni miste ad altro materiale dei pezzi e se ne contano otto.
« Si ha ragione di credere che sul posto dell'incendio vi fossero numerosi depositi di munizioni e che il nemico ha tentato di isolarli.
« La batteria tace per sempre, e probabilmente non. funzionerà più in questo periodo.
« Dalle ore 9,30 alle ore 12 il tiro delle nostre batterie è diminuito d'intensità perché l'avversario ha cessato il fuoco.
« Nel pomeriggio, verso le ore 16, si nota un principio d'azione nella zona. di Cosich; le batterie Gazzola e Zezi riprendono il fuoco per sostenere le nostre truppe su quota 92 ,e Medeazza.
« Al tramonto il fuoco è sospeso. Il numero dei colpi sparati è il seguente:
Batteria:
- Buraggi granate Ae. 44
- Mongiardini 23
- Zezi 122
- Gazzola 61
Totale 250
I colpi ricevuti in batteria:
- Buraggi N. 7
- Mongiardini 50
- Zezi 50
- Gazzola 3
Totale 110
25 ottobre
“A Venezia, ieri, poco dopo le ore 10 di sera, ebbero luogo due attacchi, a brevi intervalli, da parte di aeroplani nemici, che lanciarono parecchie bombe, di cui alcune incendiarie, sulla città. Una di esse colpì il tetto della Chiesa degli Scalzi, rovinando il soffitto che conteneva pregevoli pitture del Tiepolo. Un’ altra, che era incendiaria, precipitò in piazzetta San Marco, senza produrvi guasti. Altre cinque caddero parte in acqua e parte in alcuni punti della città, arrecando lievissimi danni.
In un terzo attacco, verificatosi un’ ora dopo, furono gettate tre bombe: due di esse non produssero danni ed una, caduta nel cortile del Ricovero di Mendicità, diede fuoco ad alcune cataste di legna ivi riposto.
Tanto in questo, come negli attacchi precedenti, non si ebbero a lamentare danni alle persone.”
25 ottobre
Questa mattina Venezia è stata fatta segno ad un nuovo attacco da parte del nemico. Alle ore 8.40 tre aeroplani austriaci hanno lanciato parecchie bombe che hanno ferito leggermente tre persone ed hanno arrecato lievissimi danni materiali.
31 ottobre
I bollettini ufficiali del nemico hanno affermato che il lancio di bombe su Venezia, nella notte sul 25 e nel successivo giorno, fu compiuto dagli aeroplani austriaci per rappresaglia, avendo precedentemente i nostri aviatori bombardato Trieste. L’ affermazione è falsa nella sostanza ed equivoca nella forma. La verità è che nel pomeriggio del 24 corrente gli idrovolanti della nostra Marina bombardarono, conforme agli usi di guerra, gli stabilimenti di Muggia e di Pirano adibiti alla preparazione di materiale guerresco, ma non la città di Trieste che dista almeno quattro chilometri dalla più vicina delle due località bombardate. Gli aeroplani austriaci invece lanciarono bombe sugli edifici del centro di Venezia e persino sulla Piazzetta di San Marco, danneggiando una chiesa ed altri fabbricati, cui nessuno potrebbe mai attribuire un carattere militare, e offendendo, così, oltre le più elementari norme di umanità, le supreme ragioni dell’arte.