Bollettini di guerra - Azioni navali nel maggio 1915
24 maggio

Era previsto che, appena dichiarata la guerra, vi sarebbero state azioni offensive contro la nostra costa adriatica intese a produrre un effetto morale anziché a raggiungere un obiettivo militare; ma si era provveduto per fronteggiarle rendendole di brevissima durata.
Difatti piccole unità navali nemiche, specialmente caccia torpediniere, dalle 4 alle 6 del 24 corrente hanno tirato colpi di cannone sulle nostre coste adriatiche. Anche aeroplani hanno tentato di attaccare l’arsenale di Venezia.
Le navi avversarie dopo un brevissimo cannoneggiamento sono state costrette dal nostro naviglio silurante ad allontanarsi. Gli aeroplani nemici sono stati cannoneggiati dalla artiglieria antiaerea, fatti seguo a fuoco di fucileria ed attaccati da un nostro aeroplano e da un dirigibile che volava sull’Adriatico.
Località attaccate sono: Porto Corsini, che rispose immediatamente e costrinse il nemico ad allontanarsi subito; Ancona, ove l’attacco, diretto specialmente ad interrompere la linea ferroviaria, ha cagionato lievi danni facilmente riparabili; Barletta, ove l’attacco fu compiuto da un esploratore e da cacciatorpediniere, che una nostra nave, scortata da siluranti, mise in fuga. A Jesi aeroplani nemici gittarono bombe sull’hangar, ma senza raggiungere l’obbiettivo. Ogni altra notizia sulle operazioni di questa notte non ha fondamento.
Da notizie complementari risulta che gli aeroplani nemici apparsi stamane su Venezia erano due e hanno lanciato undici bombe, senza causare gravi danni. La difesa è stata pronta ed efficace, riuscendo a mettere subito in fuga gli aviatori nemici.
I lievi danni ferroviari cagionati dall’attacco delle navi e degli aeroplani del nemico nelle prime ore di stamane erano già riparati.
Le cannonate del nemico hanno affondato un piroscafo tedesco che trovavasi nel porto di Ancona.
24 maggio

Alle ore tre di stamane un nostro cacciatorpediniere, entrava a Porto Buso, presso il confine italo—austriaco, distruggeva il pontile della stazione e quello della caserma, ed affondava tutti gli autoscafi raccolti in quel porto.
Nessuna perdita nel personale e nessun danno al materiale ha subito il nostro cacciatorpediniere. Il nemico ha avuto due uomini uccisi e 47 prigionieri, tra i quali un ufficiale e 15 sottufficiali, che sono stati trasportati a Venezia.
25 maggio

Un veliero, approdato a Barletta, ha riferito di avere incontrato ieri 24, alle ore 5, al largo del promontorio del Gargano, una nave da guerra austriaca scortata da quattro torpediniere, facenti rotta per nord-est.
La nave era fortemente sbandata sulla sinistra. Molto probabilmente essa è quella stessa che fu costretta dalle nostre navi ad allontanarsi da Barletta, contro cui aveva tirato pochi colpi di cannone senza produrre alcun danno.
28 maggio

Una batteria mascherata - La torpediniera austriaca
S 80, avvicinatasi al canale di Porto Corsini, fu presa sotto il fuoco della batteria mascherata che il nemico ignorava e fu cosa gravemente danneggiata da dover essere ricondotta a Pola facendo acqua per numerose falle.
Il cacciatorpediniere
Scharfschütze, che cooperava con la torpediniera S 80, subì danni notevoli nel personale e nel materiale e dovette essere soccorso dall’esploratore
Novara
per potersi disimpegnare. Il modernissimo esploratore
Novara, durante la sua azione di soccorso, venne ripetutamente colpito nello scafo ed ebbe numerosi morti, tra cui un tenente di vascello.
Il cacciatorpediniere
Czepel, nuovissimo, del tipo Tatra, venne gravemente danneggiato nell’inseguimento fatto dal nostro reparto navale sopraggiunto durante l’azione contro il Turbine.
Tutte queste notizie sono confermate da bollettini del nemico, da comunicazioni da noi intercettate ad esso; occorre aggiungere l’altra attendibilissima, per quanto non prove niente da fonte ufficiale, che l’esploratore austriaco
Helgoland, nell’azione susseguente contro il nostro cacciatorpediniere, venne così duramente provato dal fuoco del nostro reparto navale, che fu veduto navigare scortato da cacciatorpediniere e fortemente sbandato sulla sinistra a causa di vie d’acqua.
28 maggio

L’azione del
Turbine - Di fronte alle gravi perdite del nemico noi non dobbiamo lamentare che quella di un vecchio cacciatorpediniere del 1901, di 333 tonnellate, il
Turbine. Questo la mattina del 24 corrente, essendo in servizio di esplorazione, avvistò un cacciatorpediniere nemico al quale dette immediatamente la caccia, allontanandosi così dal grosso del reparto navale al quale era aggregato; la caccia durava da circa mezz’ora, quando sopraggiunsero altre quattro unità nemiche, tre cacciatorpediniere e l’incrociatore leggero
Helgoland. Il
Turbine ripiegò allora sul reparto navale a cui era aggregato, ma colpito per due volte nelle caldaie, andò man mano perdendo di velocità. Tuttavia continuò a combattere per circa un’ora, nonostante che un forte incendio divampasse a bordo. Esaurite tutte le munizioni, il comandante ordinò che fossero aperte le valvole di comunicazione col mare per affondare la nave e sottrarla alla cattura da parte del nemico. Il
Turbine cominciò così ad affondare, ma, nonostante avesse cessato il fuoco e, con tutto l’equipaggio allineato a poppa, fosse in così gravi condizioni, il nemico continuò a cannoneggiarlo a distanza ravvicinata. Il comandante (che sin dall’inizio del combattimento era stato ferito) quando il
Turbine stava per affondare completamente ordinò alla gente di gettarsi in mare.
I cacciatorpediniere austriaci misero in mare i battellini per prestare soccorso ai naufraghi, ma in quel momento essendo comparso il reparto navale cui si appoggiava il
Turbine, il nemico, ricuperati frettolosamente i battellini, si diresse tutta forza verso la propria costa. Le nostre navi, lanciate in mare le scialuppe per soccorrere i naufraghi, inseguirono il nemico aprendo il fuoco. Un cacciatorpediniere del tipo Tatra (il Czepel) e l’ Helgoland, vennero ripetutamente colpiti e gravemente danneggiati; del
Turbine furono salvati nove uomini.
I comunicati austriaci, venuti a nostra conoscenza, affermano siano stati ricuperati 35 naufraghi tra i quali il comandante.
Si daranno, appena è possibile, notizie esatte sui salvati e perduti.
28 maggio

Il Comandante in capo della piazza marittima di Venezia dà le seguenti informazioni:
Un particolareggiato rapporto dell’azione compiuta dal cacciatorpediniere a Porto Buso il 24 corrente conferma che la nave entrò di sorpresa nel porto, cannoneggiò la caserma e distrusse i pontili e numerosi autoscafi. Il primo tenente di fanteria ungherese Yohn Maroth. dopo aver fatto spiegare la bandiera bianca, si recò a bordo dello
Zeffiro. ove si arrese coi suoi uomini, consegnando la propria sciabola.
Due nostre torpediniere hanno avuto ieri uno scontro con una torpediniera e due sommergibili austriaci. Uno di questi, ripetutamente colpito, emanò un denso fumo nero, sollevò una colonna d’acqua e con un forte boato scomparve, lasciando larghe chiazze d’olio alla superficie. Il comandante della torpediniera ritiene sia affondato. Le nostre torpediniere sono completamente illese.
Ieri il dirigibile navale
M 2 volò sopra Sebenico e lanciò bombe che colpirono varie cacciatorpediniere di un gruppo ancorato alla foce del fiume Budua L’aeronave fu cannoneggiata vivamente, ma senza risultato e fece ritorno incolume.
THAON DI REVEL
29 maggio

Il 27 corrente fu catturato sulle nostro coste un idrovolante austriaco; il personale che lo montava è stato fatto prigioniero.
THAON DI REVEL
30 maggio

Il regio Governo dichiara che il blocco sul litorale del l’Albania che con dichiarazione del 26 maggio 1915 era stato stabilito dai confini del Montenegro a nord sino a capo Kepliali compreso a sud, è ridotto, con la data 30 maggio 1915, dagli stessi confini sino ad Aspri Ruga (strade bianche). In conseguenza di ciò i limiti geografici del blocco del territorio albanese sono i seguenti: Limite nord 41°52’ di latitudine N, E. 19°22°40 di longitudine est Greenwich. Limite sud: 40°9’36 di latitudine N. E., 19°35’45 di longitudine est Greenwich. La nuova linea di sbarramento è costituita fra capo Otranto e Aspri Ruga e forma la linea di blocco a tutti gli effetti della dichiarazione 26 maggio 1915.
31 maggio

Ieri sera 30 maggio un nostro dirigibile ha volato su Pola lasciando cadere bombe sulla linea ferroviaria, sul deposito di nafta e sull’Arsenale. Tutte sono scoppiate sui bersagli. Un forte incendio è divampato nell’Arsenale. Il dirigibile, fatto segno a un intenso fuoco delle artiglierie antiaeree, non è stato mai colpito ed è rimasto incolume. Questa mattina 31 maggio una nostra squadriglia di cacciatorpediniere ha bombardato il cantiere di Monfalcone (presso Trieste) arrecando gravi danni che gli stessi comandanti dei cacciatorpediniere hanno potuto accertare. Alcuni barconi carichi di farina sono stati sorpresi e distrutti dalla stessa squadriglia nel suo ritorno dall’incursione.
Né i nostri cacciatorpediniere né i loro equipaggi hanno subito alcun danno dal fuoco delle artiglierie costiere del nemico.
THAON DI REVEL