Dopo oltre 5300 miglia, diciassette giorni di navigazione, di cui dieci in Oceano Atlantico, la portaerei Cavour ha fatto ingresso e ormeggiato, sabato 13 febbraio scorso, nella base navale della seconda flotta della US Navy di Norfolk, in Virginia. Si tratta della prima parte della campagna "Ready for Operations" (RFO) che porterà l’ammiraglia della Squadra Navale della Marina Militare al conseguimento della certificazione all’impiego operativo dei nuovissimi velivoli del programma Joint Strike Fighter (JSF) F-35B nella variante a decollo corto e atterraggio verticale (Short Take Off and Vertical Landing – STOVL). Un vero e proprio salto generazionale, un’evoluzione dello strumento aeronavale che assicurerà il mantenimento della strategica capacità operativa della portaerei Cavour e consentirà di aumentare le capacità di proiezione di forze sul mare e dal mare ed il livello di protezione delle unità navali di tutta la Flotta.
Ad accogliere la portaerei Cavour al suo arrivo, l’Ambasciatore d’Italia negli Stati Uniti Armando Varricchio che nella sua visita a bordo ha così salutato il comandante, capitano di vascello Giancarlo Ciappina e il suo equipaggio: "E’ un onore e un piacere darvi il benvenuto negli Stati Uniti in occasione della prima missione del Cavour in acque americane, nel 160esimo anniversario dello stabilimento delle relazioni diplomatiche bilaterali e nel 160esimo compleanno della Marina. Portate qui, di fronte alla costa della Virginia, un campione esemplare della nostra Italia e il migliore esempio di una virtuosa collaborazione nel campo della sicurezza e dell’industria. L’Italia e gli Stati Uniti sono paesi Alleati e amici, il cui rapporto è figlio di quella tradizione marinara che spinse un navigatore genovese ad affrontare onde e correnti allora sconosciute. Oggi il nostro rapporto guarda con decisione al futuro e alle sfide che dobbiamo affrontare insieme, a partire da quella della sicurezza. L’Italia, anche nella sua veste di Presidenza in esercizio del G20 e in stretto raccordo con gli Stati Uniti, e’ in prima linea per promuovere la lotta alla pandemia, per favorire la ripresa economica e per realizzare uno sviluppo sostenibile".
"Supportare gli alleati italiani nella certificazione della loro portaerei accresce la nostra esperienza comune nella sicurezza e abilità di combattimento", le parole di benvenuto del comandante della seconda flotta della US Navy, l'ammiraglio Andrew Lewis.
A salutare alla partenza dall’Italia nave Cavour e il suo equipaggio di 580 tra uomini e donne il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini che ha sottolineato come "la convergenza di intenti tra Italia e Stati Uniti sul reciproco rafforzamento e integrazione delle proprie forze navali vede in questa missione un'importante ulteriore occasione di verifica operativa. Questa campagna consentirà di aumentare ulteriormente, anche in ottica interforze, le capacità che la Difesa, e la Marina in particolare, sapranno mettere a disposizione dell'Italia. II rapporto transatlantico riveste un ruolo essenziale per l'Italia nello scenario internazionale e nella cornice di sicurezza collettiva della Nato".
Mollati gli ormeggi, il 28 gennaio scorso dalla Stazione Navale Mar Grande di Taranto, la portaerei è stata da subito al centro di esercitazioni in Mediterraneo con i decolli e gli appontaggi degli AV8 e degli elicotteri imbarcati, mentre, dopo una sosta tecnica a Rota (Spagna), durante la traversata atlantica e prima dell’arrivo a Norfolk è stata impegnata in attività addestrative in cooperazione con assetti aeronavali della US Navy, in particolare con il cacciatorpediniere Stout, un Maritime Patrol Reconnaissance Aircraft. Tra le attività svolte, le esercitazioni di difesa della forza navale da minaccia aerea, di comunicazioni e di manovre di formazione navale.
Una navigazione durante la quale l’equipaggio di nave Cavour ha potuto addestrarsi al fine di consolidare le capacità e la prontezza di reazione, elementi indispensabili in vista dell’impegnativa quanto entusiasmate attività di certificazione che la portaerei inizierà sin dai prossimi giorni. Ora infatti, l’Unità resterà ferma in sosta nella base navale di Norfolk per due settimane per completare i preparativi tecnici per la successiva attività in mare. Nel frattempo ai 580 membri dell’equipaggio partiti dall’Italia si uniranno, dopo aver effettuato le necessarie procedure anti Covid, i tecnici del programma JSF. A fine febbraio l’unità riprenderà il mare per dare il via alla fase calda, quella delle Sea Trials, test in serie di decolli e appontaggi dei nuovi velivoli F35 sull’Unità oltre che di ulteriori prove tecniche condotte da un team di ingegneri e collaudatori dell’Integrated Test Force statunitense, necessarie per le verifiche di compatibilità tra l’aereo, la nave e i suoi sistemi.
L’Italia entrerà così a far parte di una élitè di pochi Paesi al mondo in grado di esprimere una capacità portaerei con velivoli da combattimento di 5° generazione. Impegni, ad elevatissimo contenuto tecnico-operativo, fondamentali per rafforzare il peculiare potenziale expeditionary abilitante per tutto lo Strumento militare nazionale.
Il conseguimento delle certificazioni RFO costituisce un importante passo verso il raggiungimento della "Initial Operation Capability" ossia la capacità operativa iniziale della portaerei Cavour con il velivolo F-35B, prevista entro la fine del 2024. L’iter si concluderà con l’acquisizione della "Final Operational Capability" dopo la consegna dell’ultimo velivolo alla Marina previsto dal programma.