La prima Unità nel Nome è stato il Rimorchiatore ex Norvegese (registrato allora nell'albo della Marina Mercantile) "INGOLFR", varato nel 1893 e trasferito alla Marina Italiana il 13 giugno 1916. Unità di 155 tonnellate (lunghezza 26,7 mt, larghezza 5,17 mt, immersione 2,03 mt), armata con un cannone da 76/40 e dotata di apparato motore a vapore di 200 CV di potenza, una sola elica e velocità massima di 8,5 nodi. Dapprima assegnata al Dipartimento di Taranto ed adibita alla difesa del traffico costiero dal 25 luglio 1916 al 28 settembre 1919 fu poi trasferita alla 3ª Flottiglia del Dragaggio (dal 29 settembre 1919 al 3 ottobre 1919) operò dal 4 ottobre 1919 all'11 luglio 1921 alle dipendenze del Comando Marina della Dalmazia come vedetta fino a terminare la sua attività dal 12 luglio 1921 al 4 marzo 1923 (data di radiazione) alle dipendenze del Comando Marina Venezia.
La seconda Unità nel Nome è stato il "R. CT. Libeccio", costruito nei Cantieri Navali del Tirreno di Riva Trigoso. Impostato il 29 settembre 1931 e varato il 4 luglio 1934, è stato consegnato alla Regia Marina il 23 novembre 1934. Il 24 maggio 1937 a La Spezia è avvenuta la cerimonia per la Bandiera di Combattimento, offerta dal Fascio di Tunisi e con la Signora Ortona quale Madrina. Cacciatorpediniere della Classe Maestrale di dislocamento standard di 1440 tonnellate (2025 a carico normale e 2235 a pieno carico) di 106,67 mt di lunghezza, 10,25 mt di larghezza ed immersione di 4,06 mt a pieno carico, con apparato motore alimentato da 3 caldaie e 2 assi condotti da 2 turbine con potenza complessiva di 45000 CV per una velocità massima di 38 nodi. L’armamento era costituito da 4 cannoni da 120/50 in due torri binate, due mitragliere da 40/39, 6 mitragliere binate da 13,2 (sostituite successivamente da altrettante 20/65), 2 obici per tiro illuminante da 120/25, 2 impianti lanciasiluri trinati da 533; completava l’armamento la sistemazione per la posa di mine.
Dalla data di consegna alla Regia Marina all'affondamento (9 novembre 1941), l'Unità appartenne quasi ininterrottamente alla 10ª Squadriglia Cacciatorpediniere e fu successivamente alle dipendenze della 1ª Squadra, 2ª Squadra e poi del Comando Forze Navali.
Negli anni che precedettero l’inizio del Secondo Conflitto Mondiale il Caccia partecipò alle operazioni militari in Spagna (1937-1938) ed all’occupazione dell’Albania (aprile 1939).
Nel mese di luglio 1939 effettuò con la 1ª Divisione Navale una crociera estiva toccando i porti di Palma, Lisbona e Tangeri. Nel corso della Seconda Guerra Mondiale il “Libeccio” partecipò attivamente alle operazioni navali effettuando 59 missioni di guerra, fra cui 8 missioni di scorta, 8 di intercettazione, 2 operazioni di caccia e rastrello antisom, 2 pose di sbarramenti mine, 4 addestrative e 35 di trasferimento o di altro tipo, percorrendo 20897 miglia. Prese parte fra l’altro alla Battaglia di Capo Teulada con azioni di fuoco contro Unità ed aerei nemici. Il 14 aprile 1941, mentre scortava il piroscafo “Esperia” da Napoli a Palermo, il “Libeccio” andò in collisione con il mercantile che gli asportò la poppa. Rimorchiato da Palermo a Napoli e poi a Genova, il Caccia vi rimase ai lavori fino al settembre 1941.
Riprese l’attività l’8 novembre 1941, al comando del Capitano di Fregata Corrado Tagliamonte, salpò da Messina per scortare il convoglio “Duisburg” diretto in Libia, unitamente alla 3ª Divisione ed unità similari, durante la navigazione notturna il convoglio fu attaccato dalla forza inglese di base a Malta (2 incrociatori e 2 caccia) che affondò tutti i piroscafi ed un caccia. Il “Libeccio”, mentre provvedeva al recupero dei naufraghi, fu a sua volta colpito da un siluro lanciato da sommergibile, riportando nuovamente l’asportazione della poppa. Nonostante i tentativi di rimorchio da parte di un altro Ct., l’Unità affondò capovolgendosi alle 11.19 del 9 novembre 1941 nel punto di coordinate lat. 36°50’N ,long. 18°10’E nello Ionio Centrale. L’Unità fu radiata il 10 ottobre 1946.
Il Crest
Nave Libeccio è la terza Unità delle otto fregate "Classe Maestrale", denominate anche "Classe Venti".
Lo Stemma Araldico è costituito da un' emblema che raffigura un profilo stilizzato in rilievo della "Rosa dei Venti", con una riproduzione di EOLO, figura mitologica greca, figlio di IPPOTE che secondo l'Odissea era il Signore dei venti dati in custodia dal dio ZEUS.
EOLO è ritratto nella parte SW della "Rosa dei Venti" rappresentato con le guance vistosamente gonfie nell'emettere un soffio potente.
L'effetto provocato da questo soffio è raffigurato da creste di onde marine stilizzate in rilievo, poste nella parte in alto a destra dello stemma, come a voler raffigurare la forza dominante di questo vento sul mare.
Nella parte bassa dello stemma compare il motto latino dell'Unità "PAVEANT TURBINEM HOSTES" che tradotto significa "I NEMICI TEMANO IL TURBINE" mentre nella parte superiore dello stemma invece è inciso il guidone recante il nome dell'unità nave Libeccio.