Marina Militare

In un contesto geopolitico in rapida evoluzione, la costruzione di una governance efficace e condivisa del sottosuolo marino rappresenta oggi una priorità imprescindibile

1 luglio 2025 Roberto Bruzzesi

Si è svolto presso Villa Lauri il workshop nazionale “Governance e sicurezza delle risorse energetiche offshore", promosso nell'ambito del progetto PRIN 2022 PNRR (Progetti di ricerca di Rilevante Interesse Nazionale 2022 - Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) Legal Strategies for Actions and Interactions in the Sustainable Blue Economy. L'iniziativa, patrocinata dalle Università di Macerata, Genova, Milano-Bicocca e Messina, ha rappresentato un momento di confronto avanzato su criticità normative, profili operativi e prospettive strategiche per la gestione sostenibile delle risorse marine e subacquee.

Nel corso della sessione dedicata alla protezione delle infrastrutture critiche e alla governance della dimensione subacquea, è intervenuto il capitano di vascello Francesco Ruggiero, Capo dell'Ufficio Dimensione Subacquea dello Stato Maggiore della Marina Militare e Capo Ufficio Rapporti Interdicastero del Polo Nazionale della Dimensione Subacquea (PNS).
Il suo intervento ha evidenziato il ruolo del PNS quale hub interministeriale e intersettoriale, con una governance multilivello presieduta dalla Difesa, ma alimentata dalla partecipazione attiva di numerosi dicasteri, università, centri di ricerca e AIAD (Federazione Aziende italiane per l'Aerospazio, Difesa e la Sicurezza).
La governance del Polo si articola su due livelli: il Comitato di Coordinamento Interministeriale che assicura l'indirizzo strategico e la coerenza con le politiche nazionali e il Comitato Direttivo Strategico responsabile della gestione operativa e della validazione delle priorità tecnologiche.

Attraverso bandi dedicati, il PNS promuove lo sviluppo di reti di sensori, sistemi autonomi di sorveglianza, piattaforme interoperabili e soluzioni dual-use per il monitoraggio continuo dell'ambiente subacqueo, integrando assetti civili e militari.
Ampio spazio è stato dedicato al concetto di Underwater Situational Awareness, considerato essenziale per assicurare la resilienza delle infrastrutture energetiche offshore, sempre più esposte a minacce asimmetriche e a rischi ambientali e tecnologici.

In chiusura, il Comandante Ruggiero ha fatto cenno al processo di accreditamento dell'Underwater Centre of Excellence, promosso dalla Marina Militare con sede a La Spezia. Il Centro, una volta operativo, si affiancherà al PNS, al CSSN e al NATO CMRE nel costituire un hub euro-atlantico per la conoscenza, la capacità operativa e la deterrenza subacquea, rafforzando il ruolo dell'Italia nella costruzione di una postura strategica condivisa in questo ambito.

Al workshop ha preso parte anche l'Istituto Idrografico della Marina (IIM), rappresentato dal capitano di vascello Erik Biscotti, Capo Reparto Rilievi e Produzione. Nel suo intervento, il Comandante Biscotti ha illustrato i compiti dell'IIM quale organo cartografico di stato ed ente della Difesa, evidenziando le peculiari capacità e il ruolo strategico dell'IIM nella mappatura e nell'esplorazione dell'ambiente sottomarino, attività imprescindibili per una valorizzazione sostenibile dell'ecosistema marino, che trascendono i meri fini cartografici e di sicurezza della navigazione.

Tra i relatori del workshop, il capitano di vascello Jean Paul Pierini, Vice Capo dell'Ufficio Generale Affari Legali dello Stato Maggiore della Marina, ha affrontato il tema del quadro giuridico per la protezione dei cavi e delle condotte sottomarine, evidenziando come alla crescente rilevanza strategica di tali infrastrutture non corrisponda un analogo sviluppo normativo.
A tale fine ha sottolineato la necessità di un aggiornamento del quadro normativo internazionale, auspicando il completamento delle previsioni dell'UNCLOS che contemplano misure internazionali o regionali per la prevenzione e repressione dell'inquinamento land based (quale è quello delle pipeline) e da attività sul fondale. A tale riguardo, ha evidenziato che le esigenze di uniformità di tali normative sussistono riguardo agli standard tecnici, ma non per la repressione di atti deliberati di danneggiamento. In tali ipotesi, nell'ambito della disciplina della ZEE è possibile adottare normative che, a differenza dell'inquinamento ship based non chiamano in gioco la giurisdizione dello Stato di bandiera.
È stata, inoltre, discussa l'interpretazione delle disposizioni dell'UNCLOS che richiamano situazioni di pirateria senza il cosiddetto “requisito delle due navi" e che consentirebbero, secondo alcuni, di includere il danneggiamento illegale delle infrastrutture subacquee.
Tale interpretazione, non appare conforme all'origine della previsione (che considerava la pirateria in danno di carovane in terre non appropriate da alcuno Stato o di spedizioni artiche) ed all'interpretazione sistematica dell'UNCLOS.

Particolarmente significativo anche l'intervento della professoressa Chiara Petrioli, CEO di WSense, che ha illustrato alcune delle più avanzate tecnologie emergenti nella dimensione subacquea, focalizzandosi su sistemi di comunicazione wireless e reti di sensori intelligenti, abilitanti per la sorveglianza ambientale, la sicurezza infrastrutturale e le future architetture digitali del mare.

Al confronto hanno inoltre preso parte rappresentanti di realtà industriali e scientifiche di primo piano, tra cui ENI, Rosenxt Group, Efisis S.r.l., ISGI-CNR, CoNISMa e numerose università: Napoli L'Orientale, Genova, Roma Tor Vergata, Roma Unitelma Sapienza, Messina e Bari.

Il workshop ha offerto una piattaforma di dialogo avanzato tra attori istituzionali, accademici e industriali, confermando la crescente centralità della dimensione subacquea quale leva strategica per la sicurezza collettiva, la transizione energetica e l'autonomia tecnologica del Paese.
In un contesto geopolitico in rapida evoluzione, la costruzione di una governance efficace e condivisa del sottosuolo marino rappresenta oggi una priorità imprescindibile per garantire la resilienza, la sostenibilità e la competitività dell'Italia nel Mediterraneo e oltre.