Perché hai deciso di
entrare in Marina? Forse è la domanda che ti verrà posta più di frequente se
scegli di intraprendere un percorso in Forza Armata, specialmente se provieni
da una città che non è bagnata dal mare. La verità è che non ci sono risposte
giuste, al contrario va apprezzato quanto possano essere diverse le ragioni che
hanno spinto ragazzi e ragazze come me a dare una svolta di questo tipo alla
propria vita.
Io sono Giulia Angemi, una ragazza ormai ancora per poco
diciannovenne, che a 16 anni ha intrapreso la scelta inusuale di entrare in
Marina, attraversando per la prima volta il cancello verde della Scuola Navale
Militare Francesco Morosini di Venezia, non tanto per un’innata passione quanto
per immergersi in una nuova esperienza.
Esatto, la vita monotona nel mio
piccolo paesino in provincia di Lodi stava diventando stretta e dunque ho
deciso di sperimentare qualcosa di diverso.
Il Morosini mi ha insegnato tanto
in ambito militare ma soprattutto mi ha educato ai valori quali il rispetto, la
fiducia, l’amore per la Patria e lo spirito di corpo e sì, mi ha dato tutte le
buone ragioni per scegliere di continuare il mio percorso diventando un allievo
dell’Accademia Navale. È stato così che ormai un anno fa, ho attraversato di
nuovo un cancello verde, ma questa volta a Livorno.
I primi momenti in
Accademia non si scordano facilmente: giornate intensissime dove ci sono così
tante cose da fare e da imparare che improvvisamente una mattina apri gli occhi
e ti rendi conto che la tua vita ha avuto un cambiamento radicale, ma tutto sembra
essere diventato la normalità. Il primo periodo corre veloce e tra pomeriggi di
marcia e di studio presto ci siamo trovati schierati, al fianco di quelli a
breve sarebbero diventati fratelli e sorelle, a giurare a gran voce fedeltà
alla Repubblica Italiana. Il brivido che provoca urlare “LO GIURO!” ti scorre
lungo le vene, ti rende fiero e cosciente di quanto i sacrifici fatti siano
stati ripagati.
A questo punto solo poche fredde settimane di dicembre ci
separavano dalla tanto attesa licenza di Natale. Ritornare a casa dopo 4 mesi e
rivedere la famiglia e gli amici è stata una bellissima sensazione e allo
stesso tempo mi ha fatto capire quanto io fossi cresciuta in un periodo così
breve. Terminata l’euforia successiva al giuramento e ricaricate le energie siamo
tornati alla routine di sempre con sveglia, sport, lezioni e studio, tra un’assemblea
e l’altra nel “sacro piazzale” dell’Accademia Navale. Essendo entrata in
Accademia solo qualche mese dopo aver conseguito la maturità non avevo avuto
esperienze universitarie precedenti, nonostante ciò, mi sono subito trovata
bene con lo studio delle materie giuridiche proprie del mio indirizzo di studi,
il che mi ha facilitato nella preparazione degli esami.
Le lezioni da seguire
infatti si distinguono in base al Corpo assegnato all’inizio dell’anno
accademico, nel mio caso io che faccio parte del Corpo del Commissariato sto
seguendo il corso di laurea in Giurisprudenza. Oltre alle lezioni e alle
svariate attività sportive garantiteci nel corso della giornata, durante l’anno
ho potuto vivere diverse esperienze fuori dall’Accademia, come la settimana
presso la Brigata Marina San Marco, dove abbiamo imparato l’arte del comando e
sperimentato attività come la topografia, il poligono e il maneggio armi, e la
Campagna d'Istruzione a bordo prima di Nave Vespucci, nella tratta finale del
giro del mondo, e poi su Nave Trieste, la più grande e recente nave della
Marina Militare, dove noi allievi abbiamo avuto la possibilità di
mettere in pratica quel che abbiamo imparato durante l’anno e toccare con mano la
nostra futura vita lavorativa. Mentre scrivo questo articolo ci troviamo a
largo dell’Egitto per partecipare insieme alla Brigata Marina San Marco all’esercitazione
Bright Star.
Durante questi due mesi estivi abbiamo toccato diversi porti sulle
coste del Mar Mediterraneo e abbiamo avuto occasione, oltre che di apprendere
culture e tradizioni diverse dalle nostre, di scoprire alcune caratteristiche
del nostro lavoro che non si ha modo di imparare restando a terra.
Personalmente ho lavorato al fianco del Commissario di bordo e del suo staff, potendo
toccare con mano l’importante ruolo che svolge a bordo.
A mio parere la Campagna
d'Istruzione è la più grande opportunità che si possa avere dal punto di vista di un
allievo, poiché ti fa capire se effettivamente quello per cui ti stai formando
corrisponde con quello che vuoi fare nel tuo futuro. Ciò che però più mi
resterà impresso nella mente e nel cuore dopo questo periodo in mare sarà la
nascita del nostro corso, il corso “KY∆OIMO∑”. Una delle tradizioni
più belle dell’Accademia, infatti, è la famigerata “terza squadra”, un periodo
di 3 giorni in cui tutta la classe si riunisce per scegliere i propri nome,
motto e grido, sigillando tutto nella bandiera, un segno che rimane tra le mura
e nella storia dell’Istituto.
Quest’anno è stato solo il primo dei tanti capitoli
che creeranno il grande libro della mia vita in Marina e so per certo che ci
sono ancora molte pagine da scrivere.