Marina Militare

Vedendo gli equipaggi di due navi diverse come nave Vespucci e nave Trieste ho capito che in Marina, ma forse anche nella vita, il singolo può fallire ma il gruppo mai.

22 settembre 2025 Fabio Gargini

Sono Fabio, sono un allievo prima classe dell'Accademia Navale di Livorno, sono nato 21 anni fa a Pisa e fra pochi giorni terminerò la Campagna d'Istruzione.

I primi passi in Accademia li ho mossi un anno fa quando ho attraversato il cancello nei panni di tirocinante. Quel giorno ero pieno di aspettative, curiosità ma anche qualche timore; d'altra parte, lasciare la casa, la famiglia, la propria routine per entrare in un ambiente nuovo come l'Accademia può essere disarmante. Appena entrato, però, mi sono trovato circondato da persone nella mia stessa situazione, questo ci ha fatto subito legare molto e ha reso il distacco meno difficile. Ancora non lo sapevo, ma quello era il primo passo verso la trasformazione di quelle persone sconosciute in “frà" di corso.

Un altro elemento che ha reso il primo periodo in Accademia meno difficile è stato sicuramente il nuoto, mia grande passione da quando avevo due anni. Purtroppo, per preparare al meglio la maturità e il concorso lo avevo dovuto un pò abbandonare, ma in Accademia ho avuto l'opportunità di riprenderlo entrando nella squadra di nuoto. Questo mi ha permesso di seguire degli allenamenti specifici, nonché di partecipare al Torneo Inter Classi, una sfida annuale fra i diversi corsi dell'Accademia Navale, e al Torneo Inter Accademie, svolto quest'anno a Modena, dove ho potuto misurarmi con gli allievi provenienti dalle Accademie delle altre Forze Armate. Tornare a gareggiare è stato particolarmente emozionante perché ho sentito di nuovo delle sensazioni che pensavo di aver perso.

La prima volta che ho messo piede su una nave è stato in occasione del Giuramento, una delle esperienze più belle della mia vita, vissuto a bordo della nuova nave della Marina, nave Trieste.

È difficile spiegare il Giuramento a parole: quando ho urlato LO GIURO di fronte alle autorità, ai miei cari e di fianco a tutti i miei colleghi ho capito di appartenere ad un'Istituzione con un ruolo ed una storia molto più importanti di quanto avessi compreso fino ad allora.

Altrettanto bello è stato il periodo di avvicinamento al giuramento, in particolare la conclusione del travaso di conoscenze dalle classi più anziane, che ci avevano insegnato il funzionamento e le tradizioni della Marina e dell'Accademia, con la vestizione, durante le quali gli “anziani", allievi del secondo anno, ci hanno trasmesso l'ultima cosa: come indossare l'uniforme storica. Questa divisa è rimasta quasi invariata dalla fondazione dell'Istituto nel 1881 ad oggi e quando l'ho indossata ne ho sentito tutto il peso.

La prima occasione di mettere in pratica le conoscenze acquisite durante l'anno l'ho avuta durante l'imbarco su nave Vespucci. Su questa nave sono passati quasi tutti gli ufficiali di Marina, e noi non potevamo essere da meno, pur vivendola in modo diverso dal solito: la Campagna d'Istruzione, infatti, non è stata estiva bensì primaverile. Sulla nave più bella del mondo il mare si impara a conoscerlo in maniera unica, vivendoci ogni giorno affianco, ed è così che lui ti può mostrare tutte le sue facce, dalle più pacifiche alle più spaventose, e tutti i colori che può assumere, mentre si viene trasportati dal vento che gonfia le vele che noi stessi abbiamo aperto.

Il Vespucci è unico, tutti ci ripensano con nostalgia e per me non è diverso. Là ho avuto il battesimo del mare, la prima notte con onde che non ti fanno dormire, ho mangiato la prima pizza a mezzanotte nel solco della lunga tradizione della Marina e ho visto il mare da quasi cinquanta metri di altezza. Nel nostro viaggio abbiamo fatto sosta nel Sud Italia e a Malta, e in ogni tappa sono stato colpito dal calore con cui venivamo accolti, ma ancora di più da tutti i racconti e i ricordi che le altre persone avevano del Vespucci: un patrimonio veramente universale. La lezione più importante che porterò con me però è come vive e agisce un equipaggio, unito da quasi tre anni di mare in giro per il mondo.

Tornati in Accademia e concluso il secondo periodo esami, era tempo ormai di affrontare la Campagna d'Istruzione primaverile estiva a bordo di nave Trieste. L'opportunità che ci veniva offerta invece era unica, vivere in prima persona la nave più moderna e grande che la Marina può offrire, con una quantità di informazioni a nostra disposizione grandissima, sia sulle strumentazioni, apparecchiature e procedure di bordo; sia sull'esperienza che l'equipaggio aveva maturato negli anni di imbarco.

Personalmente nelle guardie che ho fatto ho cercato di capire quale specializzazione scegliere in futuro trovando particolarmente interessante la figura dell'Ufficiale responsabile della parte Radar/Guerra Elettronica, perché si occupa della parte intelligence e delle contromisure elettroniche fondamentali contro le armi moderne, affascinandomi nello specifico il possibile sviluppo con il progresso dell'informatica.

Tirando le somme dell'anno che ho appena concluso riconosco di essere cresciuto molto. Sicuramente da un punto di vista marinaresco, avendo imparato a pianificare una rotta, preparare un briefing meteo o a capire la mia posizione con le osservazioni astronomiche, ma ancor di più da un punto di vista personale: in un anno con i miei frà, affrontando e superando insieme a loro tutti i momenti più difficili, e vedendo gli equipaggi di due navi diverse come nave Vespucci e nave Trieste ho capito che in Marina, ma forse anche nella vita, il singolo può fallire ma il gruppo mai.