Il Pentathlon Navale è una disciplina sportiva multidisciplinare che combina abilità fisiche, tecniche e mentali, ponendo alla prova le capacità dei partecipanti in scenari che simulano le sfide del contesto marittimo.
Nato nel 1953 grazie all'intuizione e alla volontà del comandante Giuseppe Vocaturo, la disciplina ha lo scopo di valorizzare le competenze necessarie alla vita in mare, componendosi di cinque prove altamente specializzate, ciascuna delle quali riproduce situazioni realistiche che possono verificarsi nell'ambiente operativo navale.
Le discipline del Pentathlon Navale includono:
Percorso ad Ostacoli (definito di Agilità): una prova con 10 ostacoli di varie misure fino a 5m di altezza che simulano situazioni che si riscontrano su un ponte di una nave grigia o a vela dove forza esplosiva, agilità e ardimento la fanno da padrone.
Nuoto per salvamento: simula situazioni di pericolo che possono presentarsi in navigazione come il recupero di un uomo in mare dopo essersi tuffati con gli abiti da lavoro.
Nuoto utilitario: prova che simula un'azione dei reparti operativi su un percorso di 125m di nuovo pinnato con superamento di diversi ostacoli.
Tecnica Navale: percorso che si svolge in due fasi continuative, la prima a terra dove si dà prova di capacità marinaresche, con salita su un pennone a 6m con un bansigo, recupero di una cima, lancio di una sagola, per poi passare alla parte finale in barca a remi, con recupero di catene e maniglioni, su un percorso formato da 5 gavitelli.
Percorso Anfibio: prova che si sviluppa su una distanza da coprire di corsa intervallata da un poligono, dal dragaggio di un tratto d'acqua con un canottino e dal lancio di un simulacro di granata, il tutto riconducibile alla presa di una spiaggia da parte dei reparti operativi.
Conosciamo il com. 2^ classe Samantha Maria
Timpanaro, impegnata nella preparazione atletica per affrontare al meglio la
sfida dei mondiali di Pentathlon Navale che si svolgeranno in Cina dal 16 al 25
ottobre 2025
Samantha, tra poco più di due settimane tu e il resto della squadra volerete in Cina. Come procede la preparazione?
La preparazione è cominciata diversi mesi fa, partendo da selezioni molto lunghe che a me hanno permesso di comprendere meglio questo sport che non conoscevo. È stata una fase che mi ha dato la possibilità di conoscere e affrontare in maniera globale le 5 prove che questa disciplina prevede.
L'allenamento più specifico è cominciato due mesi fa, con dei precisi step impostati dal nostro allenatore, il Sottocapo aiutante Miseo, con i quali abbiamo dedicato settimane a crescere nel percorso di agilità e settimane orientate alle prove in acqua. Durante questa fase ho potuto entrare nel dettaglio delle varie prove migliorando aspetti che nella fase precedente non ero riuscita ad approfondire. Se posso dirlo, mi sento pronta a partire!
Delle 5 prove del Pentathlon, quale ti piace di più e perché?
Sarebbe facile rispondere la parte acquatica, per me che per 20 anni ho fatto nuoto sincronizzato e l'acqua è la cosa che più mi fa stare bene. In realtà il percorso di agilità è la prova che mi piace di più: non per la corsa, che non è uno sport che amo, ma l'adrenalina che provocano gli ostacoli da affrontare lungo tutto il percorso. Forse è proprio il riconoscere la loro difficoltà e sapere di essere riuscita a superarla che mi gratifica così tanto.
Un'ottima filosofia. Prima d'ora hai avuto altre esperienze sportive di alto livello?
Ho partecipato per diversi anni a gare di livello nazionale. Ho cominciato a fare nuoto sincronizzato a livello agonistico nel 2009 partecipato a gare regionali dal 2011 e poi dal 2016 anche di livello nazionale, prendendo parte ad esercizi singoli, di doppio e squadra.
Da quanto sei in Marina e di cosa ti occupi?
Sono VFI in Marina da poco meno di un anno e sono Nocchiere. Il Nocchiere è il marinaio per eccellenza; a bordo delle navi è una figura fondamentale che si occupa di operazioni al timone, messa a mare dei mezzi, è responsabile della manutenzione della nave, delle cime e gran parte delle strutture esterne. Io però ho un ruolo diverso dai classici nocchieri, perché sono al reparto AER e questo mi porta a stare a contatto con aerei ed elicotteri: il mio luogo di lavoro è il ponte di volo e al momento mi occupo della sua manutenzione e del rizzaggio (immobilizzazione quando non operativi, ndr) di aerei ed elicotteri.
Anche la Marina è una sfida… un lavoro atipico, ambienti inconsueti, spesso distanti dai propri cari.
Ho sempre avuto una forte ammirazione per le forze armate in particolar modo per la Marina Militare e gli equipaggi che si adoperano per la difesa dei nostri mari e della nostra Nazione, così ho deciso di abbandonare la vita da atleta e provare a far parte di questo mondo. Ammetto che quando ho ricevuto la convocazione ero felicissima ma avevo anche qualche dubbio. Sapevo che avrei affrontato un'esperienza totalmente nuova e mi sarei trovata in un mondo che mi affascinava ma che di fatto non conoscevo perché non avevo mai realmente vissuto. Una volta entrata ho capito che ero nel posto giusto, mi piace il senso di appartenenza all'Italia, mi piace la serietà con cui ci è richiesto di affrontare le cose e mi piace anche il fatto che ogni componente a bordo di una nave o di un comando a terra abbia la responsabilità di ricoprire bene il proprio ruolo. Solo in questo modo le cose dalle più semplici alle più complesse funzionano e questo per me significa essere un equipaggio. E poi c'è molta similitudine tra lo sport e la Marina: anche la Forza Armata ha tra i suoi valori il superare i propri limiti: è un grande insegnamento che metaforicamente per me è come un tatuaggio sul cuore.