Il 13 settembre il cacciatorpediniere lanciamissili Francesco Mimbelli è rientrato a Taranto dopo aver portato a temine la propria missione nell'Operazione Mediterraneo Sicuro e soprattutto dopo aver condotto le Campagne d'Istruzione a favore di 57 allievi del 2° Corso della Scuola Navale Militare Francesco Morosini e di 153 allievi della 1a Classe del Corso Normale Marescialli della Scuola Sottufficiali di Taranto.
Partita da Taranto il 9 luglio, la nave ha operato in prevalenza nel bacino del Mediterraneo Orientale a salvaguardia degli interessi nazionali e facendo sosta nei porti di Antalya e Mersin (Turchia), Heraklion e Atene (Grecia), Limassol e Larnaca (Cipro), La Valletta (Malta), Alessandria (Egitto), Bar (Montenegro) oltre al porto italiano di Siracusa. Si è conclusa così l'ultima missione operativa del Mimbelli che, varata nel 1993, passerà in riserva il prossimo 1° ottobre, dopo 32 anni di servizio, avendo percorso circa 530.000 miglia nautiche per i mari del mondo.
Spronati dall'alto valore emotivo, morale e simbolico dell'opportunità di poter prendere parte all'ultima missione assegnata a Nave Mimbelli, gli allievi hanno vissuto con particolare intensità e orgoglio un'esperienza formativa che li ha visti protagonisti. Integrati nell'organizzazione di bordo, hanno partecipato all'attività operativa e addestrativa in mare così come agli eventi culturali, di rappresentanza e protocollari svolti in porto. Insieme agli ufficiali, sottufficiali e graduati di bordo, hanno così avuto modo di conoscere culture e tradizioni nuove, riscoprendo allo stesso tempo la matrice culturale comune dei popoli del Mediterraneo e comprendere e apprezzare, in prima persona, l'importanza dell'attività svolta dalla Marina Militare e della "diplomazia navale", quale fattore fondamentale per accrescere la reciproca comprensione e rafforzare la cooperazione tra le Nazioni.
Mentre con la sua ultima missione si è concluso la lunga carriera in mare di Nave Mimbelli, gli allievi hanno invece iniziato il loro percorso in Marina, ricevendo il battesimo del mare a bordo di una nave “grigia".
Come Comandate è stato per me un grande piacere ma anche una grande responsabilità contribuire al loro imprinting professionale. Li ho osservati con attenzione ma anche con ammirazione, per la loro scelta di vita: la mia stessa scelta. Una scelta che rifarei. Ho rivisto in loro le mie stesse emozioni, i sentimenti di quando, quasi trent'anni fa ormai, come allievo della 1a classe dell'Accademia Navale, mi imbarcavo per la mia prima Campagna d'Istruzione: mollare gli ormeggi, affrontare l'avventura, viaggiare verso una dimensione nuova, inedita, abbandonando, un attimo dopo l'altro, la propria individualità per sublimarsi in un tutt'uno più grande e diventare, quasi senza accorgersene, prima marinai e poi, finalmente, Equipaggio!
Vivere la mutevolezza di un ambiente tanto affascinante quanto difficile come il mare è un'esperienza unica ed è a bordo della Navi Scuola che si impara la prima e la più grande lezione: sentirsi così piccoli, a tratti impotenti, di fronte alla vastità e alla forza del mare, insegna prima di tutto l'umiltà, quella condizione dell'anima senza la quale mancherebbe la spinta a mettersi all'altezza, senza la quale mancherebbe l'apertura al confronto. Il mare, insomma, entra dentro la tua anima, si infrange sui tuoi schemi mentali e costruisce nuove prospettive, costringendoti a guardare con altri occhi a te stesso, preparandoti ad entrare davvero in connessione con gli altri e vivere appieno l'incontro con altre culture, altre tradizioni, altri valori.
Questi sono i presupposti che rendono i marinai una categoria speciale, loro che possono guardare la terra dalla parte opposta dell'orizzonte e che hanno la capacità di sublimarsi in un tutt'uno più grande: sintesi di umanità e ferro, commistione di competenza e tecnologia, ossimoro di tradizione e innovazione.
Mentre la Nave Mimbelli concludeva il suo ciclo operativo, l'equipaggio e gli allievi hanno vissuto un'esperienza formativa unica. La missione, come tutte le missioni, è stata impegnativa ma ha rappresentato non solo un'opportunità di addestramento e crescita professionale e umana, ma anche un momento di riflessione sulla tradizione e sui valori della Marina Militare. Con questa consapevolezza, ognuno ha portato con sé le sue emozioni, i suoi pensieri, le proprie ragioni e motivazioni, ma tutti siamo stati accomunati dalla profonda e commossa consapevolezza di accompagnare il Mimbelli nel suo ultimo viaggio, con l'onore di aver fatto parte del suo ultimo equipaggio e di rappresentare così tutti gli uomini e donne che negli anni l'hanno servita nel corso della sua lunga e impegnativa carriera. Ognuno di noi custodirà con affetto il ricordo di questa navigazione, ognuno di noi porterà per sempre nel proprio cuore l'insegnamento più grande di Nave Mimbelli, quello che recita suo motto: “Audendum est" [Bisogna osare!]