Nave Cigala Fulgosi, la prima di una classe di quattro Unità, rappresenta un considerevole miglioramento delle piattaforme combattenti di seconda linea soprattutto nell'architettura generale, nelle sistemazioni logistiche, nell’automazione delle funzioni di piattaforma e per la presenza di un Sistema di Comando e Controllo di ultima generazione fortemente integrato. L’Unità è in grado di condurre operazioni di pattugliamento a medio raggio. Tali operazioni, schematicamente sintetizzabili in presenza e sorveglianza in acque internazionali, vigilanza delle frontiere marittime e sorveglianza della Zona Economica Esclusiva, sono prioritariamente finalizzate alla tutela degli interessi nazionali, ma non sono, tuttavia, da escludersi interventi e missioni di soccorso.

Particolarmente innovative da un punto di vista progettuale sono le soluzioni adottate ai fini della riduzione della segnatura radar, comprensive degli evidenti interventi sulle forme geometriche dell’Unità che hanno portato all’inusuale inclinazione delle pareti esterne dello scafo e della sovrastruttura.
La poppa, a specchio, sostiene un ponte di volo dal quale si accede all’hangar di tipo telescopico, in grado di accogliere elicotteri AB 212 e NH 90.

Tecnologia, affidabilità e sicurezza caratterizzano questa Nave, concreta risposta alle esigenze di indispensabile rinnovamento manifestatesi negli ultimi anni, rinnovamento che non può peraltro prescindere dalla presenza dell'uomo di mare del quale, anzi, vengono valorizzate l'alta professionalità e le specifiche competenze, affinché, coadiuvato da mezzi adeguati, possa affrontare al meglio i compiti istituzionali assegnatigli.

La nave porta il nome di un valoroso Ufficiale della Marina Militare Italiana, il Capitano di Corvetta Giuseppe CIGALA FULGOSI, militare di indiscussa nobiltà d’animo che ha servito il proprio Paese durante il secondo conflitto mondiale con illuminata temerarietà e grandissima perizia.

Durante la battaglia di Creta si distinse per l’eroica azione, condotta sul Mar Egeo il 22 maggio 1941, contro una formazione della Royal Navy che gli valse la medaglia d’oro al valor militare; di seguito si riporta la motivazione:
"Comandante di Torpediniera di scorta ad un gruppo di motovelieri con truppe germaniche dirette a Creta per l'occupazione dell'isola, avvistata in pieno giorno una rilevante formazione navale nemica di incrociatori e cacciatorpediniere, manovrava con grande perizia e decisione per occultare il convoglio alle navi avversarie; si lanciava quindi all'attacco con temerario ardimento, sfidando la schiacciante superiorità del nemico ed il suo violento tiro, e silurando un incrociatore che affondava colpito in pieno. Col suo gesto audace e coronato dal successo salvava il convoglio da sicura distruzione"
(Mar Egeo, 22 maggio 1941)

Il motto dell’Unità “Virtutis Fortuna Comes” precedentemente assegnato al R. Ct. San Martino, viene tradotto in lingua italiana con “la fortuna compagna del valore”, ove il termine fortuna è da intendersi nella classica accezione di “buona sorte”, ovvero “la buona sorte accompagna colui che si comporta con valore”.