L’Unità deve il suo nome al Capitano di Fregata Adriano FOSCARI, Medaglia d’Oro al Valor Militare con la seguente motivazione:

Al comando del cacciatorpediniere Camicia Nera di scorta ad un convoglio di navi da carico, improvvisamente attaccato da forze navali nemiche molto superiori, si lanciava audacemente all'attacco, penetrando con la sua nave tra le unità della formazione avversaria. Scoperto dal nemico e sottoposto a violenta reazione di fuoco, non desisteva dall'ardita azione iniziata, fermamente deciso a portarla a fondo e ad arrecare all'avversario il maggior danno possibile, noncurante delle continue fitte salve che inquadravano la sua unità. Riusciva cosi a lanciare i suoi siluri contro un gruppo di cacciatorpediniere. Avvistato subito dopo un incrociatore e risoluto a condurre un secondo attacco, manovrava con grande perizia sotto il tiro che il nemico concentrava sulla sua nave e, raggiunto il bersaglio, si portava a distanza ravvicinatissima e lo colpiva con due siluri che ne provocavano l'immediata esplosione ed affondamento. Esauriti, in tal modo, i suoi siluri, insisteva ancora a ricercare l'avversario nell'intento di attaccano col cannone e, solo dopo aver accertato il definitivo allontanamento del nemico, si poneva alla ricerca e al recupero dei naufraghi, rientrando alla base nella sera successiva. Dimostrava in tutta l'azione eccezionali doti di Comandante, nutrite di alto spirito d'iniziativa e della più tenace aggressività.

Stretto di Sicilia, 2 dicembre 1942

Il motto di Nave Comandante FOSCARI, “idem animus eadem voluntas” (pari alla volontà il coraggio), è lo stesso del cacciatorpediniere “Fuciliere”, Unità della Regia Marina che ha preso parte alle battaglie della Seconda Guerra Mondiale, motto a sua volta ripreso dalla regia nave da battaglia BRIN, consegnata alla Marina nel 1905 e fortemente voluta da Benedetto Brin, allora Ministro della Marina, quest’ultima Unità doveva consentire il recupero del “gap” tecnologico, che si era venuto a creare nel tempo, rispetto alle altre Marine europee.

Nella sezione inferiore dell’emblema è riportato il simbolo della Repubblica Italiana, a simboleggiare la devozione e la rettitudine con la quale il pattugliatore serve la propria bandiera.

Nella parte centrale è rappresentato il profilo stilizzato della nave, sormontato dalla raffigurazione del canale Sicilia, ad indicare la propensione del pattugliatore alla salvaguardia ed alla difesa dei diritti nazionali in tale area. L’immagine è sormontata dal motto della nave “Idem Animus Eadem Voluntas”, per la prima volta utilizzato nel 1905 dalla Nave da Battaglia Brin, ispirato alla figura dell’ufficiale di marina e statista Benedetto Brin. Il tutto è contornato da un bordo circolare raffigurato da un cavo torticcio.

L’emblema è altresì sormontato dalla corona turrita e rostrata (ripresa dallo stemma araldico) che richiama l’origine della marineria di Roma. Infine nella parte inferiore è posto il guidone riportante il nome dell’Unità contenuto tra due stelle a cinque punte.