Il Pattugliatore Orione è la seconda unità della classe “Costellazioni 2^ serie” realizzata nei Cantieri Navali di Riva Trigoso sulla base dei criteri costruttivi impiegati per le Unità della “Classe Comandanti”. Nella storia sono tre le unità della Marina Militare che hanno avuto lo stesso nome e precisamente:
• Torpediniera costiera, classe Aldebaran (1883);
• Torpediniera d’alto mare, classe Orsa (1906);
• Torpediniera di scorta; classe Orsa seconda serie (1937).
Il compito primario della nave è quello della presenza in alto mare mirata alla tutela degli interessi nazionali. Nello specifico l’unità è chiamata a svolgere missioni di pattugliamento e sorveglianza marittima in alto mare, ovvero di controllo del traffico mercantile, lotta ad attività illecite, vigilanza pesca e difesa dell’ambiente marino. Inoltre essa ha la capacità di operare autonomamente o in cooperazione con altri mezzi in ulteriori tipi di missioni, quali:
• operazioni antinquinamento;
• monitoraggio e raccolta dati sull’inquinamento marino;
• difesa delle piattaforme marine e dei mezzi impegnati nello sfruttamento del fondo marino; • ricerca e soccorso, supporto antincendio e assistenza medica;
• assistenza tecnica a navi danneggiate.
La massima permanenza continuativa in mare senza ricevere rifornimenti (viveri e carburante) è di circa 14 giorni.
Nell’ambito della difesa dell’ambiente marino l’unità è dotata di appropriati sistemi antinquinamento che consentono sia il recupero degli idrocarburi riversati in mare, sia l’eventuale dispersione degli stessi attraverso l’impiego di idonei agenti chimici. Le specifiche capacità antinquinamento si sono dimostrate fondamentali in occasione di emergenze ambientali, risultando all’altezza delle dotazioni di unità specializzate non militari. Questo tipo di Unità è caratterizzata da elevata tenuta al mare, significative capacità di comando, controllo e comunicazioni, ulteriormente potenziate dalla possibilità di impiego di un elicottero imbarcato; elevata prontezza e capacità di fornire assistenza tecnica e medica in mare.
Nel corso degli ultimi mesi l’Unità è stata impegnata in attività a carattere sia operativo che addestrativo, così suddivisa:
• Operazioni: periodiche missioni di Vigilanza Pesca e di presenza e sorveglianza nelle acque territoriali e nella zona contigua.
• Addestramento: varie attività addestrative di reparto ed esercitazioni antinquinamento dedicate.
• Formazione: Sessioni di Scuola Comando Navale, a favore dei Tenenti di Vascello che si avvicinano al primo Comando, e Sessioni di Abilitazione alla Guardia in Plancia, per i più giovani Ufficiali abilitandi alla Condotta Nave.
• Cooperazione: attività occasionali di addestramento con reparti navali stranieri e la partecipazione a consolidati programmi di cooperazione in Adriatico.
• Rappresentanza: promozione immagine nazionale con le cittadinanze ed autorità dei porti nazionali ed esteri toccati durante le missioni assegnate.
CAPACITA’ ANTINQUINAMENTO
• CONTENIMENTO: Le Unità sono dotate di 250 metri di barriere galleggianti pneumatiche (25 elementi modulari, di 10 m ciascuno). Tali barriere sono impiegate per circoscrivere le sostanze inquinanti in superficie consentendone quindi la rimozione meccanica. Ad ogni elemento gonfiabile corrisponde una barriera immersa di 60 cm. Le dimensioni e le caratteristiche di questo modello di barriere lo rendono efficace per altezze delle onde inferiori a 60 cm. Ciascuna Unità Navale è dotata di due imbarcazioni ausiliarie a idrogetto impiegate per trainare le barriere in mare al fine di facilitare il contenimento delle sostanze inquinanti.
• RIMOZIONE DELLE SOSTANZE INQUINANTI: Per il recupero delle sostanze oleose dalla superficie marina è impiegato un apparato skimmer a dischi rotanti (DISCOIL).
• Le Unità sono dotate di 6 casse per l’accumulo a bordo delle sostanze recuperate dalla superficie. La capacità di stivaggio complessiva è di 330 m3. La portata di recupero varia tra 30 e 50 m3/h, a seconda del tipo di sostanza, della viscosità, della temperatura e dello stato del mare.
• DISPERSIONE CON SOSTANZE CHIMICHE: Le Unità sono equipaggiate anche con un sistema per lo spargimento di agenti chimici disperdenti sull’area inquinata. Il sistema è costituito da due tubazioni estensibili posizionate sui due lati della prora e dotate di spruzzatori. Possono essere conservati a bordo fino a 32 m3 di disperdente.
• LABORATORIO ANALISI: A bordo è installato un laboratorio chimico per l’analisi speditiva delle sostanze inquinanti recuperate dalla superficie. I campioni vengono raccolti mediante sonde oceanografiche e bottiglie niskin, dopodichè essi vengono analizzati tramite la combinazione con vari reagenti. I dati sono infine elaborati attraverso uno specifico software. Per l’impiego del laboratorio deve essere appositamente imbarcato un team di personale specializzato
Nella sezione centrale dell'emblema è riportato il profilo stilizzato e in rilievo dell'Unità sul quale è ben visibile il distintivo ottico (P 410). La prora solca le onde, a simboleggiare la costante presenza della Nave sui mari a difesa della Patria. Nella parte superiore al centro lo stemma araldico con i vessilli delle quattro Repubbliche Marinare, a richiamare le nobili origini e le tradizioni della Marina Militare, questo è sormontato dal motto della Nave "Lumen et Fides". Nella parte superiore al centro è raffigurata la costellazione di Orione, una delle costellazioni più antiche, essendo nota ai primi scrittori greci, quali Omero ed Esiodo.
L'emblema è delimitato da un bordo circolare raffigurato da un cavo torticcio.
Il logo è sormontato dalla corona turrita e rostrata che richiama l'origine della marineria di Roma a testimonianza dell'onore e del valore che il Senato romano conferiva ai duci di imprese navali, conquistatori di terre e città oltremare.
Nella pare inferiore è infine posizionato, contenuto tra due stelle a cinque punte, il guidone recante il nome dell'Unità.