La prima nave da guerra a portare il nome “Sentinella” fu una cannoniera della classe GUARDIANO, costruita nei cantieri dell’Arsenale di La Spezia nel 1874. Essa fu, quindi, varata il 31 dicembre dello stesso anno e fu consegnata alla Regia Marina il 27 ottobre del 1875. Costruita interamente in ferro su progetto di Benedetto Brin, misurava 30,5 m fuori tutto, 8,3 m di larghezza, dislocava 259 t ed era armata con un cannone da 220 mm. La massima velocità era di 8 nodi. Con un equipaggio di 48 persone, fu impiegata prevalentemente in missioni nelle acque metropolitane, come la difesa dei porti o come piattaforma per esperimenti d’artiglieria navale. Fu disarmata il 22 maggio del 1904.

La seconda Unità a nome Sentinella fu costruita nei cantieri C.R.D.A. di Monfalcone nel 1954 ed ebbe una vita ricca di avvenimenti. Varata l’11 novembre 1955, fu inizialmente classificata come “Unità da pattugliamento antisommergibile – P499”. Era armata con due cannoni Bofors da 40/56 mm e da altri sistemi d’arma antisommergibile. Il 29 Settembre 1956, dopo un lungo periodo di lavori, che inclusero l’intera ricostruzione della prora, fu riclassificata come “Corvetta Antisommergibile – F598”. Il primo maggio del 1965 fu, quindi, declassificata a “Cannoniera” e ribattezzata col nome di “Fulmine”. Il suo equipaggio era composto da 70 persone, dislocava 325 tonnellate, misurava 49,6m f.t., 6,9 m in larghezza e aveva una velocità massima di 30 nodi. Durante la sua vita operativa fu impiegata in molte esercitazioni che coinvolsero anche la Flotta d’Altura. Il suo impiego principale fu quello di Vigilanza Pesca nel Canale di Sicilia e nel Mar Adriatico. Fu disarmata il primo maggio del 1970.

L’attuale Nave Sentinella è stata impostata il 2 ottobre 1995 presso i Cantieri CLEMNA di Cadimare (La Spezia), varata il 13 novembre 1997 e consegnata alla Marina Militare il 10 luglio del 1998.

Il crest nella sua sezione centrale raffigura la sagoma dell’Unità in navigazione vista di fianco.

L’emblema è delimitato nella parte superiore da una corona turrita e rostrata, simbolo di onore e valore, che il Senato romano conferiva ai comandanti vincitori di battaglie navali, conquistatori di terre e di città oltremare.

Al di sotto della corona è riportato, tra due stelle a cinque punte, il motto della Nave “all’erta sto”.

Nella parte bassa del disegno è riprodotto il nome dell’Unità “Nave Sentinella”.

Il motto dell’Unità “ALL’ERTA STO” richiama il grido o esortazione di controllo delle sentinelle fra loro.

La locuzione è richiamata nella celebre canzone della tradizione classica napoletana di Libero Bovio e Ernesto De Curtis del 1915 “All’erta Sentinella”, nella quale l’autore esprime la malinconia di un soldato al fronte che, durante un servizio di sentinella, scrive una lettera alla sua amata Rosa, e che quando richiamato al suo dovere di sentinella risponde pronto “all’erta sto!”.

La canzone è forse ispirata all’omonima romanza del 1890 di Salvatore Di Giacomo (Napoli 1860-1934), poeta, drammaturgo e saggista partenopeo che è stato un protagonista dell’epoca d'oro della canzone napoletana