Marina Militare

Completata la Prima Fase

30 luglio 2024 Andrea Bielli - Cosimo Andria

​Nave Alliance, dopo speditiva sosta logistica a Tromsø lasciata lo scorso 16 luglio, ha già condotto due intense settimane di misurazioni, monitoraggi e sperimentazioni scientifiche dell'edizione 2024 della campagna artica High North (HN), impegno annuale iniziato e portato avanti senza soluzione di continuità dalla Marina Militare dal 2017.

Quest'anno le aree di ricerca tra le isole Svalbard e la Groenlandia prepianificate per questa prima fase hanno portato la nave ben oltre il circolo polare artico, spingendosi, al momento, poco al di sotto degli 80 gradi di latitudine nord. Col coordinamento del Capitano di Fregata Maurizio Demarte, Idrografo di categoria 'A' titolare del reparto di geofisica marina e oceanografia dell'Istituto Idrografico della Marina (IIM) e da otto anni consecutivi a capo della spedizione HN, le attività sono infatti iniziate a ovest della remota isola di Bjørnøya – appena 178 chilometri quadrati nelle acque che separano Capo Nord dall'arcipelago delle Svalbard –, battezzata 'degli Orsi' dal navigatore olandese Willem Barents approdatovi nel 1596 esplorando l'ampia area di mare tra le Svalbard e la Nuova Zemlia che poi gli venne dedicata. 

Da lì sono proseguite nei mari dello Stretto di Fram, una delle aree dell'Artico solo parzialmente esplorate: prima al traverso di Spitsbergen – la più meridionale delle Svalbard – e poi in direzione nord-ovest, spingendosi verso la Groenlandia, nell'area intorno al Molloy Hole, abisso oceanico più profondo dell'Artico con profondità superiori ai 5500 metri che si trova in corrispondenza della frattura di scorrimento tra faglie euro-asiatica e nordamericana. Il team di specialisti dell'Istituto Idrografico ha effettuato alcune prese di fondo con “Box-Corer" – particolare benna calata da bordo su fondale medio tra 200 e 400 metri –, prelevando materiale geologico per i successivi campionamento e classificazione nel laboratorio specialistico della nave, e rilasciato drifter, appositi galleggianti con trasmettitori di posizione, per seguire l'andamento delle correnti. Sono stati inoltre condotti rilievi idrografici con mappature dei fondali (bottom survey) mediante ecoscandaglio a fascio multiplo (Multi-Beam Eco Sounder – MBES) di cui è dotata la nave. Grazie all'MBES è stata completata la mappatura di fondali e batimetria sia intorno al Molloy Hole sia dell'estesa faglia trasforme Molloy Transfer Fracture (MTF) già oggetto di attenzioni da parte della Marina Militare nelle precedenti HN. Seguendo con costanza il dinamico evolvere della linea dei ghiacci è stato possibile mappare interamente rilievi e andamento anche dello Atla seamount, picco sottomarino lungo la MTF, rilevando maggiormente l'importanza di quest'area di confine tra le placche e gli effetti del loro scorrimento. Raggiunti i primi ghiacci, al 78° parallelo con temperatura dell'acqua attestata nell'intorno del suo minimo con valore medio di 0,5 °C, il Tenente di Vascello Marco Palmieri – sommergibilista e frequentatore del master universitario di secondo livello in Elettroacustica Subacquea – ha collaborato col team dell'IIM nel condurre test nel peculiare contesto connotato da grandi masse galleggianti di ghiaccio in fusione. 

Con l'ausilio di sonde, trasduttori e idrofoni – sia da bordo nave sia trasportati e immersi con l'idrobarca – si è studiato in che modo queste condizioni ambientali estreme influenzino le caratteristiche chimico-fisiche dell'acqua e della relativa propagazione del suono, conducendo altresì misurazioni sul rumore ambientale in un'area remota e priva di qualunque fonte acustica, eccetto la presenza antropica dalla nave che, per spinte caratteristiche costruttive, ha comunque una segnatura acustica praticamente irrilevante. Oltre che da un punto di vista geologico, quest'area è di particolare interesse anche sul piano climatologico dato che sopra e sotto la superficie degli oceani si sviluppano, con moto incessante, le correnti oceaniche, andando ben oltre ciò che è visibile in superficie. 

Lo studio della variazione dei valori di densità, temperatura e salinità, legati ai processi stagionali di fusione dei ghiacci, permettono di comprendere anche i possibili impatti a livello climatico. Tali parametri sono stati misurati con nave ferma e in movimento (c.dd. misurazioni CTD e UCTD), andando in tal modo ad acquisire dati utili alla verifica di modelli oceanografici relativi all'andamento della circolazione termoalina che in quest'area vede la compresenza della più fredda East Greenland Current (EGC) con direttrice nord-sud in prossimità della costa della Groenlandia e la più calda e salata West Spitsbergen Current (WSC) proveniente dall'Oceano Atlantico e in movimento verso nord, più vicina alle coste delle Svalbard. L'escursione termica tra le due correnti fa registrare una differenza netta tra i loro confini, che già a distanza di pochissime miglia nautiche si attesta sugli 8 °C.

Nave Alliance, col suo equipaggio della Marina e il team specialistico imbarcato dell'IIM proseguiranno ora verso la seconda fase dell'HN24 con attività di monitoraggio e ricerca che si sposteranno a nord delle Svalbard, spingendosi oltre l'80° parallelo verso il Norske Banken.