La storia del Centro Ospedaliero Militare di Taranto, già Ospedale Principale della Marina Militare, è parte integrante della storia sanitaria della città, strettamente collegata, a sua volta, con quella della politica militare dello Stato Italiano.

Le sue vicende costruttive, che si svolgono in un arco di tempo relativamente breve, tra il 1890 e il 1913, possono  essere lette come la naturale conseguenza di un radicale mutamento delle sorti della città, che si concretizza nella realizzazione, nel sud del Paese, di una piazzaforte marittima oltre che nella costruzione di un cantiere navale.

Sarà proprio la rielaborazione del piano dell’Arsenale, avviata intorno al 1905, che consentirà la definitiva sistemazione dell’ospedale militare marittimo e porrà fine alla sua lunga coesistenza con la struttura sanitaria civile sita nell’antico convento dei Teresiani.

Degna e adeguata sede sarà quella dei giardini di Villa Pepe (già Villa Capecelatro), nella cala Santa Lucia, tra l’Arsenale stesso e la Stazione torpediniere.

Su un’area di 60.000 m2 venne costruito un complesso di 26 edifici, tra cui otto grandi padiglioni per ricovero e cura, oltre alle strutture per i servizi sanitari, tecnici e logistici. Nel corso della visita a Taranto del Re d’Italia, il 27 luglio 1906, in concomitanza con i festeggiamenti per l’apertura dell’Arsenale Militare, ebbe luogo l’inaugurazione del complesso ospedaliero della Marina, primo in Italia per la “meravigliosa vastità dei locali”, come riferiva la Voce del Popolo del 23 settembre 1906.

«L’ospedale dipartimentale sorge su un’area vastissima - scriverà più tardi lo storico Pasquale Imperatrice - In cinque padiglioni, perfettamente isolati l’uno dall’altro, trovano posto ben 1000 ammalati i quali ritrovano ogni conforto e tutto quanto loro occorre per riacquistare la salute. … Una grande farmacia, al completo di ogni preparato e dotata di un gabinetto clinico, dà la più sicura garanzia della bontà e dello stato di conservazione dei prodotti farmaceutici, né mancano gabinetti per colture microbiche, analisi sierochimiche ed una fornita biblioteca».

Ai fasti della cerimonia, seguì ben presto il vero battesimo nel nuovo Ospedale, durante la campagna coloniale di Libia del 1911. Da Taranto salpavano le navi alla volta di Bengasi.

L’Ospedale Militare divenne ben presto punto di riferimento e la casistica dell’epoca riporta con comprensibile orgoglio l’assenza di decessi a fronte dell’elevatissimo numero di feriti ivi ricoverati.

Dopo un breve periodo di pace, l’inizio della Prima Guerra Mondiale chiama nuovamente all’appello Taranto, che pagava un alto tributo in termini di feriti e caduti sul campo. Da qui in avanti la medicina militare si impegnerà soprattutto in quest’ambito e porterà il talento di molti chirurghi militari anche al servizio della comunità civile.

Nel giugno del 1940 l’Italia entra nel Secondo Conflitto Mondiale e per evidenti ragioni di sicurezza l’ospedale viene decentrato. Fu proprio in questi anni che si sviluppò la tragica vicenda dell’ufficiale medico Giulio Venticinque, decorato con medaglia d’oro al valor militare alla memoria ed al quale è intitolato l’Ospedale militare di Taranto.

Le vicende belliche consegnano l’ospedale militare tarantino ad un ruolo di qualità, in particolare per la gestione delle malattie di origine coloniale e delle infezioni endemiche, in particolare quelle tifoidee..

A partire dagli anni ’60, il livello dell’attività ospedaliera, soprattutto nel campo della chirurgia generale e traumatologica, contribuisce a mantenere alto il prestigio della Marina a Taranto attivando, in particolare, un Sevizio di Chirurgia della Mano di spessore nazionale.

Con l’evolvere della politica nazionale e dei mezzi navali, l’opera del personale sanitario dell’Ospedale Militare si lega soprattutto ad interventi umanitari e al supporto alle Operazioni navali e anfibie. Fra i più salienti ricordiamo: la campagna navale in Vietnam del 1979, l’azione di soccorso per i terremotati dell’Irpinia (novembre 1980), della Turchia (1999), dell’Aquila (2009) e quella più recente di Haiti nel 2010, nonché le missioni in Somalia dei primi anni ’90 e le attività operative svolte in Mediterraneo e in Oceano Indiano più di recente..

A decorrere dal 1° luglio 2006, con Ordine del Giorno del Capo di Stato Maggiore della Marina nr. 31 del 28/06/2006, l’Ospedale Principale Marittimo di Taranto è riconfigurato in Centro Ospedaliero Militare, a connotazione interforze: l’arrivo del personale sanitario di altre Forze Armate ha contribuito e contribuisce ad alimentare di nuove professionalità l’Ospedale anche in un periodo di particolare penuria di specialisti .

Da ultima, ma non in ordine di importanza, l’attivazione di un Servizio di Medicina Iperbarica in seno all’Ospedale, prezioso supporto per il trattamento di molte patologie emergenziali. La attivazione della nuova Camera Iperbarica di ultima generazione ha permesso di effettuare una serie di trattamenti in urgenza a favore della popolazione civile con ottimo successo, evidenziando l’elevata prontezza operativa e la professionalità del personale del Centro Ospedaliero. La stessa struttura potrà, non appena verranno siglati gli opportuni accordi con la Regione e la locale A.S.L., essere utilizzata anche per trattamenti di ossigeno terapia iperbarica seguendo le linee guida cliniche nazionali ed europee.