​​​​​​​​​Il mare assume un’importante valenza per l’economia nazionale: l’import energetico è indispensabile per l’Italia che necessita di forniture esterne per soddisfare un mercato interno sempre più energivoro. Un’interruzione della fornitura di energia può causare un blocco totale o una limitazione importante di molte delle attività quotidiane. Di conseguenza, la flotta mercantile e le condotte sottomarine (oleodotti e gasdotti) sono essenziali per il nostro Paese che riceve per il loro tramite la quasi totalità del fabbisogno dell’industria nazionale. Dalla loro protezione dipende il benessere e la prosperità della popolazione italiana.

Nei primi dieci mesi dell’anno, considerando anche la presenza e sorveglianza delle navi della Marina militare all’interno del Mediterraneo, la risposta operativa è stata significativa con 13 navi, 8 sezioni aeree e 2 sottomarini in media in mare ogni giorno. Nel dettaglio le nostre hanno raggiunto una media di 67 giorni di attività operativa con il massimo di 181 giorni garantiti dalla fregata Martinengo (Operazione Atalanta). Fuori dagli Stretti del Mediterraneo, troviamo il pattugliatore Comandante Borsini (operazione Gabinia), il cacciatorpediniere lanciamissili Andrea Doria (Operazione Aspides), il pattugliatore Raimondo Montecuccoli (Campagna di proiezione operativa in Indo-Pacifico), la portaerei Cavour e la fregata Alpino (Campagna di proiezione in Indo-Pacifico), la nave scuola A. Vespucci (Tour mondiale), oltre i pattugliatori classe Esploratore che fanno base in Egitto, nel Mar Rosso.

Garantire la libertà di navigazione è fondamentale per la nostra economia: basti pensare che dai choke point del Canale di Suez, Stretto di Hormutz e Bab El-Mandeb passa il 32% della produzione mondiale di petrolio grezzo. Ecco perché lo spazio marittimo che si estende dal Mediterraneo oltre il Mar Rosso fino all’Oceano Indiano è vitale per la prosperità del Paese.

 
 
 
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