Nella storia della Marina Militare un’altra unità ha portato il nome
Libra: si trattava della Reale torpediniera classe “Spica” di 670 ton., varata il 3 ottobre del 1937 presso i cantieri di Quarnaro (Fiume), entrata in servizio il 19 gennaio 1938.
Iniziò la propria attività con esperimenti di lunghi rimorchi di squadriglie di MAS su tre unità ed effettuò un periplo della Penisola a scopo addestrativo. Venne in seguito assegnata alla flottiglia di Messina, organicamente incorporata nell’8^ Squadriglia, ove completò il proprio addestramento in unità complessa; fu quindi aggregata alla Divisione Scuola Comando presso cui rimase fino all’entrata nella Seconda Guerra Mondiale, partecipando ininterrottamente a tutte le sessioni prebelliche.
Dopo l’inizio delle ostilità fu dislocata in Egeo alle dipendenze del Comando Marina di Lero, per la protezione del traffico, dragaggio e vigilanza antisommergibile del Dodecaneso; saltuariamente fu anche in acque metropolitane per breve tempo. Dopo la conquista della Grecia da parte delle potenze dell’Asse, passò alle dipendenze del Comando Navale dell’Egeo continuando a prestare lo stesso tipo di attività esteso alla penisola ed alle isole greche.
Partecipò alle operazioni di sbarco relative alla conquista di Creta e, nella seconda metà del 1942, effettuò alcune scorte di altura per Tobruk. Nel 1943 l’attività del
Libra si spostò nel Canale di Sicilia per servizio di scorta al traffico con la Tunisia, servizio che disimpegnò fino all’evacuazione di quel teatro operativo da parte delle truppe italo-germaniche.
Prima dell’armistizio del settembre 1943 la torpediniera aveva compiuto più di cento missioni di scorta a mercantili isolati o convogliati oltre a numerose missioni di vigilanza antisommergibile e di esplorazione che furono prevalentemente in Egeo.
Numerose furono i contatti con le forze avversarie; due volte attaccò convogli britannici diretti a Creta lanciando contro unità maggiori di scorta senza poter osservare l’esito dei lanci; in molteplici occasioni condusse decise azioni di caccia a sommergibili avversari, che attaccavano o avevano attaccato navi da essa scortate, senza peraltro poter registrare risultati controllati nonostante che alcune circostanze avessero potuto sul momento far ritenere molto probabile l’affondamento di due unità subacquee; la reazione antiaerea dell’unità contro bombardieri e aerosiluranti avversari non sortì invece, on certezza, alcun risultato.
All’armistizio del settembre 1943 la
Libra seguì le navi maggiori nel loro trasferimento a Malta: già l’8 ottobre seguente la torpediniera veniva reimpiegata per scortare da Taranto ad Algeri il primo convoglio di unità italiane naviganti al servizio degli Alleati.
Nei mesi che seguirono, fino alla fine del Secondo Confitto Mondiale, fu prevalentemente impiegata per la corta ai convogli anglo-americani di rifornimento per il fronte italiano; saltuariamente effettuò anche esercitazioni antisommergibili con unità inglesi.
Dopo la fine delle ostilità la torpediniera fu subito impiegata per urgenti collegamenti fra il Sud e il Nord Italia; tale attività ebbe termine alla fine del 1946 e fu integrata da crociere di repressione di traffici di clandestini in Adriatico.
Nel 1947 la
Libra riprese la sua normale attività di squadra facendo parte della 1^ (poi 3^) Squadriglia torpediniere; partecipò alle crociere delle Forze Navali e saltuariamente effettuò vigilanza pesca nel basso Adriatico. Nel 1950-51 la torpediniera rimase ferma per il cambio dell’armamento e lavori di straordinaria manutenzione che furono effettuati in parte a Brindisi e in parte a Taranto ove fu rimorchiata dal cacciatorpediniere Grecale.
Ripresa l’attività di squadra, seguì i vari cicli addestrativi e le crociere delle Forze Navali partecipando periodicamente alle esercitazioni NATO sia in acque metropolitane, sia in altre zone del Mediterraneo.
Nel maggio 1956 la
Libra fu incorporata nel 1° Gruppo delle Forze Navali di riserva e la sua attività venne conseguentemente limitata; nel settembre 1958 venne assegnata al Comando M.M. della Sardegna per servizi locali rimanendovi fino al febbraio 1963, epoca in cui l’unità venne inviata alla Spezia per essere disarmata.
Il Crest, di forma circolare, contiene al suo interno il simbolo della bilancia rappresentato da una donna posizionata sopra una grande conchiglia che galleggia sul mare, con braccia distese orizzontalmente all’altezza delle spalle che sorreggono due bilance.
Sopra il braccio sinistro sono posizionate tre stelle chiamate LIBRA (Alpha Librae, Beta Librae, Delta Librae) che rappresentano il gruppo più importante della costellazione della Bilancia. Sopra il simbolo è riportato il nome dell’unità seguito dal distintivo ottico.
Nella parte superiore, il logo è sormontato dalla corona turrita e rostrata (ripresa dallo stemma araldico) che richiama l’origine della marineria di Roma, a testimonianza dell’onore e del valore che il senato romano conferiva ai duci di imprese navali, conquistatori di terre e città oltremare. Nella parte inferiore è posizionato il guidone che riporta il motto dell’Unità “PATIENS VIGIL AUDAX”.