L’attuale nave Carabiniere è la quarta unità a portare questo nome:
- Carabiniere, cacciatorpediniere Classe Soldato della Regia Marina varato nel 1909, poi riclassificato torpediniera nel 1921. Il motto dell’unità fu inizialmente quello che era allora il motto dell’Arma dei Carabinieri “Usi obbedir tacendo e tacendo morir” tratto dal poemetto di Costantino Nigra “La rassegna di Novara”; nel 1914, in occasione del primo centenario dell’Arma il motto venne aggiornato in “Nei secoli fedele”, motto di tutti i successivi Carabiniere.
- Carabiniere, cacciatorpediniere classe Camicia nera (poi classe Soldati e infine classe Granatiere) varato nel 1938 e rimasto in servizio nella Marina Militare fino al 1965. In seguito all’entrata dell’Italia nella NATO cambiò il distintivo ottico in D 551 in sostituzione della sigla CB che fino ad allora l’aveva contraddistinto. La nave venne sottoposta a lavori di riammodernamento nel periodo 1953-1954 e nel 1958 venne riclassificata fregata. A partire dal 1° dicembre 1960 il Carabiniere venne nuovamente riclassificato ed utilizzato come “Nave Esperienza” con distintivo ottico A 5314.
- Carabiniere, fregata classe Alpino varata nel 1967. E’ stata tra le prime navi costruite per la Marina Militare Italiana nel dopoguerra. Dopo aver svolto per circa un quarto di secolo attività di squadra, dal 1° aprile 1992 è stata sottoposta ad un ciclo di lavori, terminati il 31 dicembre 1994 per poter essere destinato a compiti di piattaforma per lo sviluppo dei sistemi di combattimento da impiegare sulle unità di nuova generazione. Pur essendo destinato al ruolo di “Nave Esperienza” il Carabiniere mantenne il distintivo ottico F 581. Tra i sistemi sperimentali vanno menzionati il sistema VLS A-43, il Sistema antisiluro SLAT, il radar multifunzione EMPAR (European Multifunction Array Radar) parte integrante del sistema missilistico PAAMS (Principal Anti Air Missile System).
IL CREST
Il simbolo posto al centro del Crest della FREMM Carabiniere F 593, richiama lo stemma araldico dell’Arma dei Carabinieri del 1952 posto sull’ancora della tradizione marinaresca. In particolare: Stemma araldico del 1952.

Ornamenti esteriori
Sullo scudo il fregio dell’Arma dei Carabinieri, accompagnato da undici nastri svolazzanti ai lati dello scudo, dei quali, a destra: uno dei colori dell’Ordine Militare d’Italia, uno d’azzurro filettato d’oro, uno d’azzurro filettato d’argento, due d’azzurro ed uno d’azzurro fasciato d’argento; a sinistra: uno d’azzurro filettato d’oro, uno d’azzurro filettato d’argento, due d’azzurro e uno d’azzurro fasciato d’argento. Sotto lo scudo, su una lista con le estremità bifide, troncate di rosso e di azzurro, con alamari d’argento, il motto "Nei secoli fedele".
All'indomani della nascita della Repubblica, il Ministro per la difesa, con circolare n. 523 del 22 novembre 1948 e n. 210 del 13 febbraio 1950, emanò disposizioni relative alle modifiche o alla nuova realizzazione degli stemmi araldici dei Corpi, nei quali dovevano essere aboliti tutti i simboli in contrasto con la nuova forma costituzionale assunta dallo Stato.
In ottemperanza a tali norme il Comando Generale dei Carabinieri avanzò proposta di un nuovo Stemma Araldico, che del precedente conservava soltanto i colori (rosso ed azzurro), il serpente verde e la granata dirompente, non più d'oro ma d'argento e non più sullo scudo, ma sopra di esso, in luogo del cimiero.
Il fregio da apporre sullo scudo del nuovo Stemma fu sanzionato con nota n. 548 del Ministero della Difesa in data 1° luglio 1952. Era costituito da una granata dirompente dalla cui parte inferiore uscivano le cordelline della grande uniforme dei carabinieri.
Il nuovo Stemma Araldico venne concesso all'Arma con Decreto del Presidente della Repubblica Luigi Einaudi, in data 27 dicembre 1952, su progetto del Collegio Araldico.
Il Decreto del Presidente della Repubblica così descrive lo stemma:
SCUDO
"Tagliato: nel primo d’azzurro alla branca (zampa) di leone d’oro movente dal fianco destro dello scudo e stringendo un serpente naturale volto a sinistra; nel secondo di rosso alla quercia sradicata d’argento. Il tutto abbassato al capo d’oro partito da un palo d’azzurro. Lo scudo accollato a due carabine e quattro sciabole, tutte in decusse: le impugnature delle sciabole uscenti dallo scudo sopra d’oro e sotto d’argento".
L' azzurro simboleggia l'amor patrio e la fedeltà con cui i Carabinieri hanno combattuto per la difesa dello Stato.
Il serpente è emblema di cautela e buon governo compito di istituto proprio dell'Arma. La branca dì leone stringe con forza il serpente ad indicare la decisione e la sicurezza con cui il buon governo viene assicurato dall'Arma. Il serpente ha duplice significato. Indica infatti anche il cittadino della Repubblica che, per il bene della Patria, con la sua morte ed altri dona la vita. La branca di leone, rafforzando questo significato, esprime la completa dedizione al dovere dei Carabinieri. L'inserimento della quercia nello stemma repubblicano dell'Arma risulta assai efficace, perché traduce il simbolo classico della forza, della saldezza, del valore. Senonché, la divisione diagonale dello scudo del 1952 ha penalizzato molto la figura arborea, che risultava eccessivamente compressa e sacrificata. Inoltre, si era scelto di rappresentare la pianta in maniera fortemente veristica, mentre l'araldica prevede anche una raffigurazione molto più sintetica ma, certamente, più equilibrata: il rovere di quercia più diffusa in Italia. Il rovere è dunque collocato dietro al leone passante, al centro del capo, nella corretta foggia araldica del rovere sradicato.
L'albero è d'argento, fruttato d'oro, a simboleggiare la fecondità dei principi e degli ideali dell'Arma, che attraversano intatti e rinvigoriti il succedersi delle generazioni.