Il 2023 è stato per la Marina Militare un anno particolarmente sfidante. Sono ulteriormente cresciute competizione e tensione nel Mediterraneo allargato, effetto del proseguire della guerra in Ucraina e dell’aggravamento della crisi israelo-palestinese. Persiste nel Mediterraneo la presenza di navi e sommergibili russi, con un atteggiamento a tratti imprudente; è immanente il rischio cui sono sottoposte le infrastrutture critiche sottomarine che trasportano informazioni ed energia; sono latenti le contese tra stati rivieraschi per lo sfruttamento delle risorse il cui accesso è legato al mare e ai fondali; è sempre più consistente la minaccia costituita da mine e droni – aerei, di superficie e sottomarini – dal basso costo e facile impiego contro navi mercantili e militari, come dimostrato dai perduranti attacchi in Mar Rosso.

Tra i riverberi di questa situazione, nel 2023 sono stati ben evidenti gli effetti dell’interruzione o del condizionamento dei traffici marittimi, ben percettibili anche dal "comune cittadino", come nel caso della crisi alimentare scaturita dal blocco dei flussi di grano dal Mar Nero o degli impatti degli attacchi dei ribelli Houthi contro le navi in transito nel Mar Rosso. Come conseguenza, alcune grandi compagnie di navigazione hanno deciso di circumnavigare l’Africa per raggiungere Europa e America, col derivante incremento di costi al consumo, tempi di approvvigionamento delle merci e rischio di marginalizzazione dei porti del Mediterraneo. In tale scenario, anche nel 2023 la Marina Militare ha operato su più fronti, con uno schema di manovra concepito per avere le nostre Unità sempre posizionate al posto giusto, in modo da impiegarle dove serve e quando serve, per produrre sicurezza e assicurare alla Nazione libertà d’azione sul mare e nell’ambiente subacqueo, essenziali per il nostro benessere e prosperità.

Nel 2023 la Forza Armata ha prodotto uno straordinario output operativo, quantitativo e qualitativo: ogni giorno è stata impiegata in attività una media di 30 navi, 2 sommergibili, 12 sezioni aeree e 10 squadre di abbordaggio, per un totale di circa 4.000 marinai. Questo impegno ha raggiunto il suo picco il 27 aprile 2023, quando sono state schierate ben 42 navi, 4 sommergibili e 18 sezioni aeree, per un totale di 7.324 marinai.

Ammiraglio di Squadra Enrico CredendinoI numeri del 2023 assumono valore ancora superiore se si considera che la Marina è stata presente senza soluzione di continuità in tutte le aree dove insistono interessi nazionali, anche in supporto alle alleanze strategiche: Mediterraneo, Golfo di Guinea, Artico, Oceano Indiano, Mare del Nord e Baltico. Di estremo rilievo e valore sono state anche le campagne di proiezione di Nave Morosini in Estremo Oriente, del Fasan negli Stati Uniti e l’avvio del Giro del Mondo di Nave Vespucci che si concluderà nel 2025.

Tra i segni più tangibili del rilievo acquisito sul piano internazionale, nel mese di aprile 2023 tre delle nostre Unità di prima linea erano contemporaneamente integrate in altrettanti gruppi portaerei alleati operanti rispettivamente in Atlantico, Pacifico e Mediterraneo. Anche nel 2023 il nostro strumento operativo ha dimostrato grande valenza in termini di prontezza, versatilità e flessibilità di impiego. Si pensi, ad esempio, all’invio di Nave Vulcano in Mediterraneo Orientale per scopi umanitari ad inizio novembre, avvenuto in sole 48 ore dalla decisione politica, o al tempestivo invio di Nave Fasan in Mar Rosso per proteggere i mercantili nazionali dalla minaccia Houthi, avvenuto in meno di una settimana dalla decisione del Vertice del Dicastero Difesa. Altrettanto immediati ed efficaci sono stati gli interventi in occasione dell' alluvione in Libia e del terremoto in Turchia, dove le nostre Unità anfibie hanno portato in brevissimo tempo aiuti e componenti nazionali di soccorso, militari e civili. Il 2023 è stato un anno importantissimo anche per la dimensione subacquea: il 12 dicembre, a La Spezia, il Ministro della Difesa ha inaugurato il Polo Nazionale della dimensione Subacquea, una risposta concreta che il Paese ha dato a uno scenario estremamente sfidante, per mantenere l’iniziativa, essere rilevante sul piano internazionale e generare buone pratiche attraverso la cooperazione tra strutture pubbliche e private operanti nei molteplici ambiti e aree specialistiche del settore.

L’attenzione sull’underwater è stata mantenuta con determinazione anche attraverso l’impegno nell’operazione Fondali Sicuri per la protezione delle infrastrutture critiche subacquee nazionali, attraverso un innovativo modello di cooperazione messo a punto dalla Marina che vede la sua sintesi nel “Critical Undersea Infrastructure Surveillance Centre” costituito presso la Centrale Operativa Multi-Dominio a Santa Rosa.

Tutto questo ha comportato un elevatissimo livello di impegno, su tutti i fronti, con tempi di ricondizionamento di personale e mezzi ben inferiori a quelli che dovremmo assicurare. D’altro canto, ridurre la presenza aprirebbe opportunità per l’iniziativa di Paesi che stanno investendo molto in marittimità, a scapito dei nostri interessi come sistema Paese: fallire nel mantenere il vantaggio strategico marittimo renderebbe la Nazione più vulnerabile. Alla base della capacità della Marina di esprimere questo impegno con questi risultati ci sono donne e uomini, militari e civili, che silenziosamente operano a bordo e presso le basi, gli arsenali, gli istituti di formazione e gli enti che supportano e governano la Forza Armata.

È un “equipaggio” unico che deve essere supportato al meglio, e verso il quale è in atto un rinnovato impulso affinché, attraverso la modernizzazione di strumenti e procedure e una crescente attenzione al welfare e al benessere organizzativo, siano migliorate la qualità del lavoro e la disponibilità, divulgazione e fruibilità dei servizi di supporto, a partire dagli alloggi.

Parimenti, è in atto una forte spinta per affrontare il bilancio impegni-risorse tenendo conto degli acceleratori tecnologici e organizzativi, utili a ponderare disponibilità ed obiettivi. Ciò sulla base di una rinnovata attenzione all’ “economia del tempo” e alla “cultura del dato”, funzionali al miglioramento delle condizioni economiche, infrastrutturali, tecnologiche, normative e comunicative della Forza Armata. È stato elaborato un nuovo approccio agli strumenti di lavoro volto ad una semplificazione delle procedure anche attraverso l’opportunità di intervenire direttamente sulle direttive interne già consolidate.

Noi siamo la Marina. Venti favorevoli, sempre!

​Il Capo di Stato Maggiore della Marina Militare
Ammiraglio di squadra Enrico Credendino

 

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