​I riverberi sul mare dell’invasione russa dell’Ucraina sono stati la grande sfida che la Marina ha affrontato nel 2022, con due conseguenze che sono sotto gli occhi di tutti. La prima è che il lavoro per noi marinai è aumentato ancora; in pochi, abbiamo dovuto fare il lavoro di molti. La seconda è che sta crescendo la consapevolezza di decisori e cittadini di quanto la sicurezza del nostro Paese dipenda dal mare, quindi dalla Marina, e dalle alleanze di cui siamo parte. Minacce che a molti potevano apparire astratte sino a pochi mesi fa, sono diventate concrete per tutti: l’aumento del numero di navi e sottomarini della flotta russa nel Mediterraneo, l’interruzione del gasdotto North Stream, a fine settembre in Mar Baltico, e ripetuti episodi di attacco informatico. Sappiamo bene che è compito nostro proteggere le linee di comunicazione marittime, le infrastrutture critiche e garantire la trasversale cornice di sicurezza comune a tutte le attività in mare. Lo abbiamo fatto ogni giorno, da soli e con i nostri alleati. Oltre alla partecipazione ai due Gruppi navali permanenti della NATO, voglio sottolineare quest’anno le operazioni che il Gruppo portaerei Cavour ha svolto in Mediterraneo con gli omologhi americani e francese, perché dobbiamo ricordare che solo quattro nazioni alleate sono in grado di esprimere questa capacità così importante: Italia, Stati Uniti, Regno Unito e Francia.

​Le minaccAmmiraglio di Squadra Enrico Credendine cui insieme stiamo facendo fronte mettono in gioco la nostra vita quotidiana, quella delle nostre famiglie e delle imprese italiane, che via mare ricevono le materie prime e le altre merci necessarie alla produzione; il gas e il petrolio da cui ricaviamo l’energia per l’industria e le case; la quasi totalità dei dati che fanno funzionare i servizi online e le nostre comunicazioni digitali e telefoniche.
Sono beni preziosi, per difendere i quali ci è stato chiesto un impegno più vasto e più profondo. Non è un modo di dire, perché bastano due tra le tante nostre operazioni per misurarlo in tutta la sua ampiezza.
L’operazione Mare Sicuro è diventata Mediterraneo Sicuro; un piccolo cambio di nome, che nasconde lo sforzo enorme resosi necessario per pattugliare un’area di mare tredici volte più vasta rispetto al 2021. E il mare, oggi, non è più solo superficie, è diventato un “volume”, da vigilare e difendere, con la necessità, quindi, di affiancare a Mediterraneo Sicuro l’operazione Fondali Sicuri, per monitorare e proteggere quella fitta rete di cavi e condotte che passa sul fondo del nostro mare. Proprio per l’accresciuta importanza dell'attività di sorveglianza delle infrastrutture subacquee di valore strategico per il Paese, alla Marina Militare, che continua a dotarsi di mezzi tecnologicamente avanzati ed è in grado di esprimere capacità e competenze specifiche, uniche in questo sempre più rilevante ambiente fisico, è stato affidato a fine 2022 il compito di guidare il Polo nazionale della dimensione subacquea: un centro che sorgerà a La Spezia, per mettere in sinergia le competenze militari, del mondo dell'università e della ricerca, delle industrie di settore e delle start-up. A questo si aggiunge la grande attenzione della Marina Militare per il dominio cibernetico sia per lo sviluppo di assetti resistenti, sia per la prevenzione e il contrasto delle minacce. Tutto ciò - lo sapete bene – ha richiesto uno sforzo che non conosce soste, con l’impegno giornaliero in mare di diciotto navi, due sottomarini, una dozzina di aeromobili e, soprattutto, quello di oltre tremila donne e uomini. Ogni giorno, ogni notte, tutti i giorni dell’anno. Senza dimenticare che, se la nostra attenzione è andata principalmente all’attività operativa, altrettanto importante è il lavoro di chi sta dietro le quinte, per garantire la logistica, la ricerca e la progettazione, la salute e la formazione che rendono possibile per la Marina operare sempre a livelli di eccellenza.
È a tutti i marinai, all’opera ogni giorno con entusiasmo e spirito di servizio, sopra e sotto il mare, per aria e sul territorio, per garantire la difesa, la sicurezza e lo sviluppo economico e sociale dell’Italia, che va il mio ringraziamento.
Noi siamo la Marina. Venti favorevoli, sempre!

 

Il Capo di Stato Maggiore della Marina Militare
Ammiraglio di squadra Enrico Credendino


 

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