Nei film sulla Seconda Guerra Mondiale spesso appaiono indimenticabili immagini di spiagge assalite da enormi ondate di veicoli anfibi e di mezzi da sbarco. Oggi le operazioni anfibie non possono essere più condotte in questo modo, perché la moderna tecnologia ha messo a disposizione dei difensori micidiali sistemi d'arma la cui precisione di tiro sarebbe stata impensabile solo pochi anni addietro. Per questo la dottrina d'impiego delle forze anfibie si è evoluta enormemente e oggi un'operazione anfibia viene condotta dalla Brigata Marina in modo molto diverso dal passato.
Ad oggi, la Forza Anfibia della Marina Militare (FAMM) – combinazione sinergica di unità navali, forza da sbarco, aviazione navale e componenti di supporto – trova il suo nucleo centrale nel connubio tra la Terza Divisione Navale, la Brigata Marina San Marco ed i Reparti Aerei, rappresentando un unicum nel panorama della Difesa. Questi tre elementi d'organizzazione, integrati come opportuno dalle restanti componenti dello Strumento Militare Marittimo – come ad esempio quelle specializzate nella difesa d'area e aerea, nella lotta sotto la superficie e nella guerra di mine – costituiscono un sistema di combattimento modulare in grado di interagire nell'ambiente operativo di riferimento per la proiezione di forza, il supporto di fuoco alla manovra ed il sostegno logistico. La spinta integrazione di tutti gli elementi dello Strumento Militare Marittimo che concorrono a vario titolo alla proiezione anfibia, rafforzati dal comune spirito di appartenenza alla medesima Forza Armata – peculiarità della Marina Militare guardata con interesse da molte altre nazioni – e combinati con la innata tendenza della Marina all'ammodernamento e all'innovazione tecnologica al passo con i tempi, fanno della Forza Anfibia della Marina Militare una capacità abilitante moderna, flessibile e scalabile.
La fase preparatoria dello sbarco (in gergo shaping operations) viene svolta dai RECON/SDO (Ricognitori-Sommozzatori Demolitori Ostacoli), specialisti della Brigata Marina, che vengono infiltrati in territorio nemico tramite elicotteri, sommergibili o mediante battelli autogonfiabili. Appena giunti sul punto stabilito, i RECON verificano la disposizione del nemico sul terreno per poi comunicarla alla nave dove è situato il comandante dell'operazione; tale attività di ricognizione può essere anche svolta con l'impiego di assetti UAV (Unmanned Aerial Vehicle) in dotazione alla Forza da Sbarco.
In seguito inizia la parte più delicata del loro lavoro: mentre un team di RECON si infiltra nel territorio nemico per continuare a fornire la copertura “intelligence" all'operazione, un altro team, specializzato nella ricognizione e bonifica del canale di sbarco provvede all'eventuale bonifica della spiaggia da eventuali ostacoli antisbarco e mine e il tratto di mare oggetto della successiva attività di sbarco.
Questa è un'operazione che richiede un altissimo grado di addestramento. I RECON difatti hanno il compito di individuare e, successivamente, neutralizzare sia gli ostacoli attivi (mine subacquee), sia gli ostacoli passivi (cavalli di frisa). In tale azione, i RECON devono predisporre le controcariche necessarie per far esplodere al momento opportuno gli ostacoli cosiddetti antisbarco. Il tutto si svolge nel buio della notte; infatti, i RECON non devono rivelare la propria presenza al nemico, per non vanificare l'effetto sorpresa, evitando di ingaggiare il combattimento.
All'inizio dell'operazione anfibia, mentre le navi iniziano i tiri contro costa, aerei ed elicotteri imbarcati, neutralizzano le difese avversarie, i RECON fanno saltare le cariche esplosive precedentemente disposte, aprendo così il cosiddetto “canale di sbarco" per le forze in assalto che, una volta sbarcate, continuano l'azione in profondità. La permanenza in acqua è il periodo di massima vulnerabilità per la landing force; per ridurre al minimo l'esposizione al nemico, questa fase deve essere condotta il più velocemente possibile.
Le prime ondate, sono normalmente proiettate con natanti veloci (battelli pneumatici o gommoni), oppure impiegando gli elicotteri del 4° Gruppo Eliassalto di Grottaglie. Dopo che esse avranno neutralizzato le principali postazioni nemiche, arriveranno sulla spiaggia i veicoli anfibi AAV7 (Assault Amphibious Vehicle) e VBA (Veicolo Blindato Anfibio), e successivamente gli altri mezzi che saranno, invece, trasportati da natanti da sbarco tipo “GIS". Gli ultimi a sbarcare sono i reparti logistici, che forniscono il relativo supporto necessario a consolidare e tenere la “testa di sbarco" appena conquistata.