La Sicilia è stata di fatto la vera culla della rinascita della componente aerea della Marina Militare, allorquando si decise nel lontano 1° agosto del 1956 di creare la piccola MariEliport ad Augusta per ospitare i primi elicotteri AB-47G che costituirono la base di quella che oggi è l’Aviazione Navale italiana. Da subito però apparve chiaro che Augusta non era dimensionata per una crescita della componente stessa e quindi, insieme all’arrivo di mezzi più grandi come gli SH-34 Seabat, l’intero reparto si spostò a Catania installandosi in un Hangar messo a disposizione dall’Aeronautica Militare presso l’aeroporto di Catania-Fontanarossa, nel medesimo sedime in cui operavano reparti antisommergibili ad ala fissa già da diversi anni. La soluzione sembrava ottimale, tanto che le operazioni di volo dei grossi Seabat potevano avvenire agevolmente da un’ampia piazzola di volo chiamata “Pentagono” per la sua evidente forma geometrica.
Purtroppo però, dopo soltanto un paio d’anni dall’arrivo a Catania, la nascente Aviazione Navale italiana subì la catastrofe più grande: in uno sfortunato sabato del 1964 (era il 31 ottobre ), una violenta tromba d’aria si abbatté sugli hangar di Fontanarossa intorno alle ore 14.30, distruggendo completamente le attrezzature tecnico-logistiche del 1° Gruppo e del Nucleo 2° Gruppo nonchè diversi elicotteri. I magazzini per i materiali non esistevano più ed il loro contenuto venne spazzato via dalla tromba d'aria e disseminato per tutto l'aeroporto. Addirittura decimata la linea degli SH-34; dei dieci esemplari operativi su un totale di undici consegnati (l’esemplare 4-03 serial 80237 era andato perso in un incidente di volo), ne furono distrutti addirittura sette, bruciati per effetto di uno sfortunato corto circuito che li ridusse ad un ammasso di polvere di magnesio, lasciando intatti soltanto i grossi motori stellari. Soltanto due esemplari si salvarono perché imbarcati, mentre un terzo rimase danneggiato sotto il secondo hangar in maniera talmente estesa da costringere ad un lavoro quasi completo di ricostruzione da parte della SABCA belga.
Da questa distruzione prende avvio la nascita della Maristaeli Catania insieme ai tre elicotteri U.S. NAVY prontamente donati alla Marina Militare e ritirati direttamente dal ponte di volo della portaerei Saratoga all’ancora nel Golfo di Napoli (chiamati “Calmieri” dagli equipaggi per le loro condizioni di volo particolarmente usurate). Pochi giorni dopo il disastro, lo Stato Maggiore della Marina decise di costruire con procedura d'urgenza una nuova zona operativa, due hangar e infrastrutture logistiche su un nuovo sedime aeroportuale a sud della pista di Fontanarossa, zona in cui ancora oggi risiede la Stazione Elicotteri. Gli edifici furono consegnati alla Marina nel mese di dicembre del 1967 e i due Gruppi basati a Catania vi si trasferirono a tempo di record qualche giorno prima di Natale.